Roma, 23 mar. (AdnKronos Salute) - Scariche di sassi che si staccano dalle volte di roccia, tagli, scivolate per colpa di neve, ghiaccio o umidità. Nel 2015 ci sono stati tre morti nelle circa 40.000 grotte italiane durante escursioni speleologiche. Ma per gli esperti è stato un anno unico: per fortuna incidenti mortali in grotta sono eventi molto rari. Più frequenti invece infortuni come scivoloni, cadute e fratture. "Anche se lo speleologo è sempre attento in grotta: persino una semplice distrazione comporta l'attivazione di una grande macchina di soccorsi per tirarlo fuori", spiega all'AdnKronos Salute Mauro Contu, coordinatore regionale delle scuole Ssi (Società speleologica italiana) per la Sardegna.
Durante i corsi gli incidenti sono pochissimi e non rilevanti. Si tratta più che altro di piccole contusioni, graffi e crampi da affaticamento. Ma nel corso dei campi o delle escursioni le cose cambiano. Ed esistono anche 'incidenti di grotta fuori dalla grotta'. Ad esempio, all'uscita possono esserci neve o ghiaccio, si può scivolare per stanchezza e per eccesso di confidenza. E vi sono stati anche incidenti d'auto collegati alla speleologia: dopo un campo di tre giorni in grotta, ci sono rischi a mettersi alla guida. "Abbiamo quindi pensato a un corso specifico, con operatori preparati, per prevenire gli incidenti e assicurare un intervento di emergenza, in attesa dei soccorsi. In pratica, abbiamo imparato a stabilizzare un compagno ferito", sottolinea Contu.
Qualche giorno fa, a Dorgali (Nuoro), si è svolto il corso di 'Primo soccorso in ambienti ipogei', organizzato dal Comitato esecutivo regionale Sardegna della Commissione nazionale Scuole di speleologia Ssi, in collaborazione con la Federazione speleologica sarda. Un centinaio di speleologi provenienti da varie province della Sardegna ha seguito le lezioni di teoria e messo in pratica le nozioni, simulando interventi di primo soccorso nella grotta di Ispinigoli, a Dorgali. "I crolli sono difficili da prevenire, ma con una corretta programmazione dell'uscita speleologica, l'abbigliamento e l'attrezzatura giusta, e prestando sempre attenzione, si può prevenire l'80% degli incidenti", assicura Contu.
"Abbiamo addestrato i partecipanti - precisa l'esperto - a intervenire solo con materiale speleologico, stabilizzando ad esempio una frattura alla gamba del compagno con sacco e corde, in attesa dei soccorsi. Per gli speleologi organizziamo spesso corsi, ma questo è mirato alla sicurezza e alla prevenzione degli infortuni, ed ha riscosso molto interesse".
A tenere il corso sono stati speleologi e medici ospedalieri. Quella degli 'appassionati di grotte' è una realtà importante: ai circa 3.500 speleologi tesserati alla Ssi si aggiungono quelli del Club alpino italiano (Cai).
In tutto, il movimento conta fra i 4.000 e i 5.000 speleologi. Non tutti sono impegnati in una costante attività e ricerca sul campo, ma tramite una ricerca nel portale www.speleo.it, realizzato dalla Ssi e in continuo work in progress, si può risalire a un dato nazionale sul numero di grotte censite sul territorio.
Il portale - che conta l'adesione di 15 regioni - a fine 2015 contiene i riferimenti di 34.569 grotte naturali. Calcolando che mancano all'appello i dati di altre 5 regioni, il numero totale delle grotte note in Italia arriva a circa 40.000 (comprese le cavità molto piccole, senza particolari peculiarità). Grotte estese e profonde sono presenti su tutto il territorio nazionale, con 15 abissi che arrivano a profondità superiori ai -1.000 metri. Ed è un panorama in evoluzione: si trovano nuove grotte, altre si approfondiscono, altre si congiungono attraverso il passaggio umano e diventano 'complessi', ovvero una grotta sola. Vi sono anche cavità di dimensioni modeste, ma di inestimabile valore archeologico, paleontologico, paletnologico, artistico, antropologico. Solo le grotte turistiche all'anno raccolgono oltre 2.000.000 di visitatori.