Salute

Rolfi (Lega), sicurezza non può essere compromessa da atteggiamento remissivo verso dettami religiosi

Bordonali, con ok a delibera più sicurezza, chi entra in strutture regionali dovrà essere riconoscibile

Milano, 10 dic. (AdnKronos Salute) - "Abbiamo approvato la delibera che vieterà di entrare con il volto coperto negli ospedali e negli uffici regionali della Lombardia. Altro impegno mantenuto da parte della giunta Maroni". Con queste parole Simona Bordonali, assessore regionale alla Sicurezza, protezione civile e immigrazione presenta la delibera approvata questa mattina durante la seduta di Giunta. Un provvedimento che, si legge in una nota, prevede l'adozione di misure idonee al rafforzamento del sistema di controllo, di identificazione e della sicurezza. Misure che vietano l'utilizzo di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona nelle sedi istituzionali della Giunta e degli enti e società del sistema regionale (Sireg).

"Chi vuole entrare negli ospedali lombardi e nelle sedi della Regione dovrà essere riconoscibile e presentarsi a volto scoperto. Sono quindi vietati burqa, niqab, così come passamontagna e caschi integrali", chiarisce Bordonali. "I gravi episodi di terrorismo che si sono verificati nelle ultime settimane - sottolinea - ci hanno indotto a rafforzare le misure di sicurezza. La Regione Lombardia si muove in anticipo rispetto al governo italiano e interviene per quanto di propria competenza per garantire la sicurezza di dipendenti, operatori e visitatori esterni". Con la delibera di oggi viene demandata alle competenti strutture regionali l'adozione entro il 31 dicembre 2015 degli atti dirigenziali necessari a dare attuazione alle disposizioni.

"Si fa finalmente chiarezza in merito a una questione di grande attualità e importanza", aggiunge il leghista Fabio Rolfi, vice capogruppo del Carroccio in Regione Lombardia.

"Deve essere chiaro che la leggi esistenti vanno fatte rispettare, senza deroghe per nessuno - incalza - La sicurezza dei cittadini lombardi, in particolare di coloro che sono costretti a recarsi negli ospedali, non può essere compromessa dall'atteggiamento remissivo dei soliti noti verso dettami di carattere religioso che nulla hanno a che vedere con il nostro modo di vivere, le nostre regole e i valori laici di uguaglianza fra uomo e donna faticosamente conquistati dalla nostra società. D'ora in avanti chi vorrà entrare in un edificio di competenza regionale sarà costretto a identificarsi, a prescindere dal fatto che sia musulmano o meno".

10 dicembre 2015 ADNKronos
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