Roma, 19 ago. (AdnKronos Salute) - Un'epidemia pericolosa, ma virus è batteri questa volta non c'entrano. L'allarme si chiama 'body shaming', ovvero la tendenza a commentare sui social network, in modo negativo, la forma fisica delle persone, in particolare delle donne. Una su 2 sperimenta questo fenomeno, dalle frecciatine velate agli insulti diretti. Il risultato, in ogni caso, è quello di far vergognare la 'vittima' del proprio corpo, con il pericolo di spingerla verso un comportamento alimentare scorretto.
E' quanto emerge da un'indagine promossa da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, condotta su circa 4.000 italiani tra uomini e donne di età compresa tra 18 e 55 anni, realizzato attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate (metodologia Woa, Web Opinion Analysis). La parte del corpo che viene particolarmente presa di mira sono le gambe (48%), seguite dalla pancia (45%), dal fondoschiena (41%) e dai fianchi (35%). La conseguenza è che il body shaming condiziona l'autostima (45%) e provoca l'aumento degli stati d'ansia (43%).
Eppure, secondo i dati, ben una donna su 2 (48%) afferma di essere giudicata per i chili di troppo soprattutto durante l’'estate, quando si scopre di più il corpo. Una tendenza che non risparmia il mondo dello sport, come dimostrano le polemiche durante i Giochi olimpici in corso in Brasile, dalle 'cicciottelle' in poi. Commenti non certo innocui. Una ricerca pubblicata dal 'The National Center for Biotechnology Information', infatti, dimostra come un regime alimentare sconsiderato può essere associato all'autostima, in particolare a quella degli adolescenti. Non solo. Anche iniziare una qualsiasi dieta aumenta il rischio di disordini alimentari nelle adolescenti (32%), ma anche nelle ragazze dai 25 ai 32 anni (27%) e nelle donne dai 33 ai 45 (21%), mentre fra tutti gli uomini solo l'11% è a rischio. Insomma, 'insidiare' il fragile equilibrio dell'autostima attraverso i social può innescare un processo assai pericoloso.
"Le adolescenti che provano un disagio con la propria immagine - afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell'associazione Nutrimente Onlus Milano - tendono a coprirsi durante tutto l'anno e a nascondere le proprie forme grazie a vestiti larghi. In questi casi la stagione estiva viene vissuta in maniera traumatica. Cercano di mettersi al riparo cominciando una dieta o mettendo in atto comportamenti di evitamento, come rimanere vestite in spiaggia o rifiutarsi di accompagnare i genitori al mare o in posti caldi. Per i genitori questi comportamenti sono vissuti con allarme, perché non si sa come gestirli, specie se parliamo di ragazze più giovani".
Le più sensibili al body shaming sono le adolescenti dai 18 ai 21 anni (32%). Le ragazze più giovani soffrono particolarmente i difetti del proprio corpo, soprattutto se evidenziati dai coetanei. Al secondo posto troviamo le ragazze 25-32enni (27%) che soffrono leggermente meno rispetto alle giovani teenager, ma vengono messe con le spalle al muro dai commenti dei ragazzi e dal fisico snello e tonico delle amiche.
Le donne dai 33 ai 45 anni (21%), invece, soffrono in particolar modo i segni dell'invecchiamento come le rughe in viso o la cellulite e questo le porta a rinunciare a un pasto completo per cercare di mantenere una linea perfetta, provocando in molti casi squilibri alimentari. Anche gli uomini non sono indifferenti alle critiche sul proprio corpo, ma la percentuale si abbassa considerevolmente e raggiunge appena l'11% totale.
Per contrastare gli effetti del body shaming gli esperti suggeriscono alcune 'strategie', 5 regole per non farsi condizionare: Eccole:
1) Ridimensiona il valore dei social. La vita reale è fatta di relazioni vere e tangibili e tu sei molto più di ciò che dice la tua bilancia. Chi scatena la propria aggressività dietro uno schermo non merita la tua attenzione. Guarda le atlete delle Olimpiadi: la loro bravura prescinde dalle critiche ricevute per la forma fisica. Ricorda, infine, che il più severo giudice di te stesso sei tu;
2) Svolgi attività per fare un po' pace con il corpo. Puoi provare a riprendere confidenza con il tuo corpo scoprendolo gradualmente. Se proprio non te la senti di metterti in costume quest'anno, condividi la tua preoccupazione con i tuoi familiari e sentiti libera di proporre una scelta diversa. Nuota, cammina, scegli attività che aumentino la consapevolezza del tuo corpo e della sua utilità;
3) Considera l'effetto dell'umore sulla percezione dell’immagine nello specchio. La percezione del tuo corpo spesso dipende dall'umore (quando siamo tristi o arrabbiati ci percepiamo brutti). Non temere di condividere le tue emozioni con i tuoi amici o familiari;
4) La forma fisica indica la salute, non il valore personale. Un corpo sano è un corpo che si alimenta in maniera corretta, che fa attività fisica in quantità adeguate e che si prende cura di sé. Un eccesso o una deprivazione di cibo, inadatta al proprio stile di vita, alla propria età e alla propria altezza rappresenta una minaccia per il tuo benessere e non ha nulla a che fare con il tuo valore personale;
5) Riconoscere le difficoltà è il primo passo per affrontarle. Se ti senti a disagio con il tuo corpo e questo occupa molto spazio nei tuoi pensieri, limitando la tua libertà di goderti le vacanze, ricordati che ci sono dei professionisti del settore che, al rientro dalle vacanze, possono aiutarti a ritrovare un rapporto sano col tuo corpo.