Se siete tra i più accaniti fruitori della funzione snooze del cellulare, continuate senza sensi di colpa: posticipare la sveglia mattutina di 5 o 10 minuti non è "peggio" rispetto ad alzarsi seduta stante, come spesso si sente dire. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Sleep Research, chi continua a rimandare l'uscita dal piumone non si alza più assonnato, più di cattivo umore o meno lucido rispetto a chi scatta in piedi al primo trillo. Questa abitudine non impatta sulla qualità del sonno e anzi, potrebbe un po' facilitare l'avvio di giornata.
Vediamoci chiaro. Tina Sundelin, psicologa e ricercatrice sul sonno dell'Università di Stoccolma (Svezia), ma soprattutto una spegnitrice seriale di sveglie, ha voluto chiarire gli effetti di questo comportamento attraverso due studi. Nel primo, ha sottoposto insieme ai colleghi un questionario sulla routine del sonno a circa 1.700 volontari, scoprendo che il 69% di essi attivava la funzione "snooze" o fissava più sveglie almeno qualche giorno a settimana. Gli "snoozers" erano più spesso giovani, andavano più spesso a dormire tardi la sera, dormivano in media 13 minuti in meno per notte e si svegliavano più spesso assonnati, ma - dato importante - non sono state trovate differenze nella qualità del sonno tra chi rinviava la sveglia e chi no.
Ancora un po'... «La ragione più comune per rimandare la sveglia è che si è troppo stanchi, ma molti lo fanno semplicemente perché è una sensazione piacevole», spiega Sundelin. Nel secondo studio, il team ha reclutato 31 spegnitori abituali di sveglie e li ha invitati a dormire per tre notti (non consecutive) in laboratorio, mentre il loro sonno veniva monitorato. Dopo una prima notte regolare i volontari hanno dormito per una notte con la possibilità di fissare e rimandare più sveglie, e per un'altra senza questa possibilità. Al mattino e al pomeriggio seguenti, sono stati sottoposti ad alcuni semplici test cognitivi.
Più vigili al risveglio. Non sono emerse differenze rilevanti nei livelli di cortisolo (l'ormone dello stress), nella sonnolenza mattutina, nell'umore e nella qualità del sonno complessiva tra chi rimandava e chi si alzava subito. I primi perdevano, tra uno snooze e l'altro, complessivamente 6 minuti di sonno a notte, perché puntando una singola sveglia più tardi avrebbero potuto dormire un po' più a lungo. In compenso, avendo più tempo per svegliarsi si sono destati meno spesso direttamente dal sonno profondo, evitando così l'inerzia del sonno, la transitoria sensazione di intontimento che ci può cogliere appena svegli.
Che i procrastinatori di sveglie fossero un pochino più vigili al risveglio, lo ha anche dimostrato una generale migliore performance in diversi test cognitivi mattutini.
La rivincita dei pigri. In conclusione, rimandare il risveglio con più allarmi successivi non fa male e anzi, sembra essere una strategia adattiva per chi va a letto un po' più tardi o per svegliarsi un po' meno storditi al mattino successivo. Spiegatelo pure alle allodole che alla prima vibrazione del cellulare stanno già preparando il caffè.