Roma, 6 mag. (AdnKronos Salute) - Un tossina estratta dal veleno di una specie di tarantola getta nuova luce sulla nostra percezione del dolore. E' quanto emerge da uno studio pubblicato su 'Nature' dai ricercatori dell'University of California a San Francisco. Il lavoro mostra che la tossina è altamente selettiva nel bersagliare una speciale proteina usata dalle fibre nervose che percepiscono il dolore meccanico. E può avere potenziali applicazioni future per la scoperta di nuovi trattamenti per i disordini del sistema nervoso centrale.
Molte fibre nervose coinvolte nella percezione della sofferenza usano infatti i canali del sodio regolati dal voltaggio - questi formano un 'poro' che consente agli ioni di sodio di attraversare la parete cellulare - per dar vita agli impulsi elettrici che segnalano il dolore. La ricerca sulla funzione di questi canali ha già messo in luce tre sottotipi, ovvero tre mutazioni in cui essi sono associati con insensibilità al dolore o al contrario persistenti sindromi dolorose. Ma il ruolo del sottotipo Nav1.1 non è stato ben indagato finora, anche se le mutazioni nel suo caso sono state associate con epilessia, autismo e malattia di Alzheimer.
Il team di David Julius ha identificato due tossine della tarantola Heteroscodra maculata che bersagliano questo specifico sottotipo di canale. I ricercatori hanno usato quindi una tossina della tarantola per mostrare che le fibre nervose che esprimono questo canale giocano un ruolo molto specifico nella segnalazione del dolore meccanico, ma non ad esempio di quello termico.
Così hanno dimostrato nei topi che attivando il canale Nav1.1 con la tossina si 'accende' il dolore negli animali, ma senza una infiammazione associata, e che i topini diventano ipersensibili al tocco ma non al calore. Lo studio suggerisce dunque un ruolo chiave del canale in questione nell'ipersensibilità legata al dolore addominale nella sindrome dell'intestino irritabile.