Roma, 13 mar. (AdnKronos Salute) - Nonostante esista ormai un obbligo etico e legale a farlo, negli Usa i risultati degli studi clinici sulla maggior parte dei prodotti medici non vengono riportati tempestivamente sul registro appositamente creato per renderli disponibili al pubblico. E' quanto segnalano i ricercatori della Duke University School of Medicine in uno studio che appare sul 'New England Journal of Medicine'. Tra tutti i trial presi in considerazione, quelli finanziati dall'industria farmaceutica o di device sono risultati comunque quelli con più probabilità di essere resi pubblici in modo tempestivo, ma anche in questo caso sono ancora troppo pochi coloro che lo fanno.
Gli autori dello studio evidenziano che la mancanza di trasparenza da parte dell'industria, dei finanziatori federali e del mondo accademico ha creato un 'gap' di informazioni importanti su farmaci sperimentali, dispositivi e terapie biologiche che sta non solo ostacolando il progresso, ma violando anche gli obblighi nei confronti dei pazienti. "I pazienti che partecipano alla ricerca clinica hanno l'aspettativa che il rischio che corrono sarà compensato dalla creazione di conoscenza generalizzabile e di progresso scientifico, che si realizza attraverso la disponibilità dei risultati", evidenzia Monique Anderson, cardiologo e ricercatore presso il Duke Clinical Research Institute. "Gli sponsor che conducono studi clinici hanno l'obbligo etico e giuridico di riferire pubblicamente i loro risultati, sia positivi che negativi", ribadisce.
Il Congresso Usa ha autorizzato nel 2000 la creazione del registro ClinicalTrials.gov. Sette anni più tardi, ha reso obbligatorio la registrazione e la comunicazione dei risultati (esclusa la fase 1) in modo che sia garantito l'accesso a questi importanti dati. Anderson e colleghi hanno scoperto che dopo la promulgazione della legge, la trasparenza per i 13.000 studi clinici inclusi nella loro analisi è stata scarsa: in media solo il 13,4% dei lavori è stato pubblicato entro un anno. Per gli studi sponsorizzati dall'industria, il tasso arriva al 17%, mentre si abbassa al 5,7% per quelli finanziati da fonti accademiche o governative diverse dai National Institutes of Health (Nih) e all'8% per gli studi dei Nih. La compliance è però migliorata nel tempo: a cinque anni, il 41,5% degli studi finanziati dall'industria è stato pubblicato, il 27,7% degli studi accademici non finanziati dai Nih e il 38,9% degli studi Nih.