Roma, 23 nov. (AdnKronos Salute) - "Dare priorità a progetti basati su metodi alternativi alla sperimentazione animale, specificandolo nei requisiti per la selezione. Per un vero avanzamento della scienza, nel rispetto della legge italiana e delle norme europee". Lo chiede la Lav, la Lega antivivisezione al ministro della Salute e a quello dell'Istruzione, l'Università e la Ricerca che ha recentemente stanziato 92 milioni di euro per la ricerca di base, tramite il nuovo bando 'Prin', Progetti di rilevante interesse nazionale.
La Lav ha invitato Stefania Giannini e Beatrice Lorenzin, "a fare in modo che nella fase di selezione dei progetti vincitori, vengano chiaramente inseriti come criterio di preferenza, gli studi basati su metodi alternativi, perché solo in questo modo l’Italia sarà in grado di essere veramente innovativa e di produrre dati o protocolli sperimentali che ci rendano realmente competitivi sul piano internazionale".
Lo stesso ministro Giannini, ricorda la Lav, "ha dichiarato come lo scopo del finanziamento da 92 milioni sia 'favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali, anche per consentire una più efficace partecipazione del nostro Paese ai bandi del nuovo Programma Quadro dell'Unione Europea, Horizon 2020'. Tale programma comunitario - prosegue la Lega - approvato dal Parlamento Europeo, prevede oltre 70 miliardi di euro di finanziamenti per soggetti, pubblici o privati, che facciano ricerca in modo innovativo, nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Questa innovazione incentiva anche i laboratori di ricerca scientifica a spostare il focus dei test da 'animal relevant' a 'human relevant', ovvero a sostituire la vivisezione con metodi alternativi, come riproduzioni robotiche e di micro ingegneria, grazie a modelli che non ricorrano all’uso di animali".
Gli Stati Uniti stanno provando da tempo a cercare metodi alternativi ai test sugli animali, come testimonia il 'National Institute of Health’s automated robot-technicians', il laboratorio robotico più avanzato al mondo, il cui valore ammonta a 50 milioni di euro, e di proprietà del Governo statunitense, che se ne avvale per testare sostanze chimiche.
“Quello promosso dal Miur è un investimento importante, e siamo lieti che questo ministero abbia voluto fornire uno stimolo concreto, incentivando la ricerca e le figure professionali coinvolte in questo settore – commenta la Lav – purtroppo, però, all’interno del bando non sono chiaramente specificati requisiti che diano priorità ai progetti basati sui modelli non animali, principio totalmente in linea non solo con il programma Horizon 2020, ma anche con la Direttiva europea 62 del 2010 e con il decreto legislativo 26 del 2014, che regolamentano l’uso degli animali per scopi scientifici".
"Il modello animale, infatti, fallisce in oltre il 95% dei casi e ancora la ricerca a un approccio sperimentale, vecchio di oltre un secolo - conclude Michela Kuan, Responsabile Lav settore vivisezione - solo una severa e rigorosa scienza che abbia come modello l’uomo e non un topo, visibilmente diverso dalla nostra specie, potrà rispondere alle finalità del progetto: adeguatezza metodologica, impatto e innovazione".