Roma, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Meglio riflettere prima di definire 'pollo' uno sprovveduto o usare insulti come 'cervello di gallina'. I pulcini infatti sanno 'contare'. O meglio: esattamente come gli esseri umani, anche questi animali ordinano le numerosità crescenti da sinistra verso destra. A riscattare la specie uno studio di un gruppo di ricercatori delle Università degli Studi di Padova e di Trento appena pubblicato su 'Science' che, in realtà, più che indagare sulle capacità dei volatili suggerisce come la predisposizione a mappare i numeri nello spazio sia incorporata nell’architettura dei sistemi neurali degli organismi.
Negli esseri umani, l’orientamento della linea mentale dei numeri - spiegano i ricercatori - dipende sicuramente da fattori sociali e culturali, come testimonia l’esistenza in una minoranza di popolazione dell'uso di una direzionalità opposta (da destra verso sinistra) rispetto a quella occidentale. Questo studio dimostra tuttavia come tali fattori non causino bensì intervengano su predisposizioni che sono di natura biologica. A meno di non sostenere che il comportamento di scelta osservato nei pulcini sia determinato dalle loro abitudini di lettura e di scrittura.
Il pollo domestico - continuano gli scienziati - è una specie a sviluppo precoce ed è molto lontana filogeneticamente da noi. Dopo avere addestrato dei pulcini di pochi giorni di vita a trovare del cibo dietro ad un pannello verticale posto davanti a loro e raffigurante cinque quadratini, i ricercatori hanno osservato la reazione degli animali davanti a due pannelli, del tutto identici, uno disposto alla sinistra e uno alla destra del pulcino. Entrambi i pannelli raffiguravano uno stesso numero di quadratini, un numero però diverso da cinque (numero appreso durante l’addestramento). In un caso, i due pannelli raffiguravano entrambi due quadratini, in un’altra condizione ne raffiguravano otto. Ebbene, nel primo caso, di fronte a due quadratini, i pulcini cercavano il cibo dietro al pannello di sinistra (il 70% delle volte), mentre quando i quadratini erano in numero maggiore di 5 – in questo caso 8 – gli animali si dirigevano verso destra (il 71% delle volte).
In un altro test altro alcuni pulcini sono stati addestrati con il numero 20. E si è confermato che se i pulcini vedono una numerosità più piccola di quella iniziale vanno verso sinistra e quando ne vedono una più grande vanno a destra. Inoltre, la grandezza di un numero è relativa e dipende dal confronto con il numero osservato durante addestramento. "La dimostrazione che i pulcini associno numeri piccoli a sinistra e numeri grandi a destra evoca il famoso fenomeno della linea numerica mentale umana, dove i numeri sono rappresentati in ordine crescente da sinistra a destra", ha spiegato Rosa Rugani, al momento della ricerca all’università di Padova e ora al Centro Mente/Cervello (CIMeC) dell’università di Trento, prima autrice dello studio.
Studi condotti su bambini molto piccoli e sugli altri animali dimostrano, come nota Lucia Regolin, docente di Psicobiologia al Dipartimento di Psicologia Generale dell’università di Padova, il possesso da parte di esseri privi di linguaggio verbale di straordinarie capacità di eseguire sofisticate operazioni su grandezze anche di natura diversa, come lo spazio, il tempo e la numerosità. Alla base di questa capacità innata vi sarebbe proprio quel sistema di rappresentazione delle magnitudo presente anche nei pulcini mentre si rappresentano quantità maggiori alla destra di quelle minori, come precisa Konstantinos Priftis, altro autore della ricerca e professore associato di Neuropsicologia dell’università di Padova.
L’ipotesi dei ricercatori è che la dominanza dell’emisfero destro in compiti di natura visivo-spaziale e di elaborazione numerica diriga l’attenzione verso la parte sinistra sia nello spazio dei numeri che in quello fisico. Questo troverebbe una corrispondenza nel modo in cui la numerosità è rappresentata topograficamente nel cervello umano, nel lobo parietale destro. I ricercatori stanno ora indagando presso i laboratori del CIMeC all’Università di Trento lo stesso fenomeno in altre specie animali, per individuare le aree cerebrali implicate nella linea mentale dei numeri e le basi genetiche del senso del numero. Modelli animali della rappresentazione delle numerosità potrebbero essere importanti in futuro per comprendere le basi biologiche delle difficoltà nell’apprendimento dei numeri a scuola.