Milano, 14 ott. (AdnKronos Salute) - Innovazione, medicina e tecnologie digitali. Sette italiani su 10 le conoscono, ma vogliono di più, soprattutto per migliorare la qualità della vita dei malati e la relazione medico-paziente, e non solo per trovare farmaci e terapie. Sono le aspettative dei connazionali messe in luce dall'indagine Gfk Eurisko-Gilead, presentata oggi a Milano alla premiazione dei vincitori 2016 dei 3 bandi di concorso per ricercatori e associazioni pazienti, promossi da Gilead Italia.
Fellowship Program, Community Award e Digital Health Program sono 3 iniziative lanciate per promuovere progetti innovativi nel campo della ricerca scientifica, delle comunità di pazienti e delle tecnologie digitali che migliorini, nel medio-breve termine, la qualità di vita e l'assistenza terapeutica dei pazienti affetti da Hiv, epatiti, infezioni fungine invasive e patologie oncoematologiche. Sono 58 i vincitori di quest'anno, ai quali è stato assegnato un premio pari a oltre 1,4 milioni di euro per progetti ad alto contenuto di innovatività, da realizzare entro 18 mesi. A selezionare i vincitori, tra quasi 180 candidati, 3 commissioni di esperti indipendenti.
"Siamo orgogliosi - afferma Bob Roojsen, general manager di Gilead Sciences Italia - di aver dato vita a queste 3 iniziative che rispondono all'obiettivo di migliorare le terapie e la qualità della vita dei pazienti. Crediamo però che sia fondamentale la collaborazione assidua con le istituzioni, i ricercatori e le comunità di pazienti".
Il Digital Program è la novità di quest'anno: in questa prima edizione sono stati presentati 41 progetti, di cui 7 premiati. "Quello che si può constatare - sottolinea Eugenio Santoro, membro della commissione del bando e ricercatore del Laboratorio di informatica dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano - è la risposta importante da parte dei ricercatori e delle associazioni a questo nuovo bando, segno che la trasformazione digitale in questo settore trova terreno fertile. La scelta è ricaduta sui progetti più originali e innovativi tra quelli presentati, con attenzione ai progetti che potessero garantire una reale efficacia in termini di risultati".
Per il Fellowship Program, giunto alla sesta edizione, sono stati presentati 150 progetti da parte di ricercatori appartenenti ad enti di ricerca e cura di tutto il Paese. "Il lavoro di selezione - evidenzia Massimo Andreoni, membro della commissione, professore di Malattie infettive all'università Tor Vergata di Roma e presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali - è stato molto impegnativo vista la validità e la qualità dei progetti. Una conferma ulteriore dello stato di salute della ricerca italiana, all'altezza di quella internazionale. Lo sviluppo di questi progetti porterà a un miglioramento delle attuali opportunità in termini di qualità della vita per i pazienti che affrontano malattie così complesse".
Sono 32 i progetti presentati al Community Award, che si sommano agli altri 90 presentati nei quattro anni precedenti del premio. "Le proposte che sono giunte - spiega Marco Simonelli, esperto in programmi Hiv/Aids e membro della commissione - delineano in modo molto netto le vere esigenze che le patologie croniche inducono nella quotidianità dei pazienti. Nella scelta dei vincitori proprio l'innovatività, insieme a fattibilità ed esperienza dell'associazione, è uno dei criteri fondamentali".
'Vivere l'adolescenza con il cancro' è uno dei progetti premiati nell'ambito del concorso Community Award. Portato avanti dall'Associazione Bambino emopatico di Brescia, è un percorso di sostegno e di crescita per adolescenti fra i 13 e i 19 anni che si trovano a dover affrontare una malattia come il cancro. "Tra i pazienti - riferisce Simonetta Coppini, psicologa, psicoterapeuta e coordinatrice del progetto - c'erano adolescenti affetti da linfomi, leucemie e varie malattie oncoematologiche. Il percorso ha permesso a tutti di ritrovare fiducia in se stessi grazie alla forza del confronto con altri. La cosa più bella è che i ragazzi sono diventati amici, formando una vera compagnia che continua a vedersi nella vita di tutti i giorni".
'Mediterraneo' è un altro progetto di Community Award premiato oggi e che in 2 anni ha formato 50 mediatori culturali in 80 ore di corsi. A illustrarlo è il coordinatore Mario Raspagliesi: "Mediterraneo - dice - nasce nel 2012 per volere dell'associazione siciliana Terra Amica con l'obiettivo di formare mediatori culturali in grado di sensibilizzare la popolazione extracomunitaria sul territorio siciliano alla prevenzione delle principali malattie a trasmissione sessuale, come Hiv e epatiti".
Raspagliesi conclude sottolineando che solo il 50% degli extracomunitari contattati dall'associazione "ha sentito parlare di Hiv", mentre nella stragrande maggioranza dei casi "non sanno cosa siano le epatiti e di come si contraggano", e che "c'è una scarsa percezione" del rischio di contagio.