Roma, 21 mag. (AdnKronos Salute) - La ricerca scientifica 'nel piatto' per scoprire come il cibo può aiutarci a combattere le malattie e a vivere a lungo. Quello che scegliamo di mangiare custodisce infatti i segreti per prevenire, favorire, curare o peggiorare, ad esempio, patologie infiammatorie e legate all'invecchiamento come i deficit cognitivi. Molti componenti (nutrienti come vitamine, ma anche aminoacidi e alcuni grassi) sono, infatti, in grado di spingere 'tasti' e interruttori molecolari nell'organismo umano e di regolare, così facendo il funzionamento, dei diversi organi.
Alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica - Policlinico Gemelli di Roma sono in fase di avvio o già in corso numerose ricerche cliniche e sperimentali, pensate proprio per definire il ruolo di questi nutrienti nel determinare alterazioni metaboliche.
Il punto degli studi è stato fatto oggi in occasione della quarta edizione della 'Giornata per la ricerca' dell'Università Cattolica con i patrocini di Expo 2015, Regione Lazio e Comune di Roma. Il tema dell'edizione 2015, in linea proprio con Expo, è 'Il ruolo della nutrizione, dalla prevenzione alla cura'. Le ricerche abbracciano 4 macro-aree relative al tema della nutrizione, che spaziano dalla prevenzione alla cura di patologie oncologiche, infiammatorie e degenerative, del metabolismo e del circolo, e dell'invecchiamento e della fragilità (non solo legate alla senescenza, ma anche causate da malattie pregresse).
NUTRIZIONE E MALATTIE METABOLICHE. Risultati preliminari suggeriscono che una dieta ad alto indice glicemico, inattiva in parte l'insulina con aumentato rischio di obesità, diabete e iniziali deficit cognitivi. Come ricorda Andrea Giaccari, dirigente medico di Endocrinologia e malattie del metabolismo al Gemelli, una dieta ricca di carboidrati rapidamente assorbibili, come le bevande zuccherate, bibite e succhi di frutta, o i dolci che fanno salire rapidamente la glicemia (zucchero nel sangue) e quindi provocano brusche oscillazioni glicemiche, può causare una condizione di parziale inattivazione dell'insulina (l'ormone che regola la glicemia), incrementando il rischio di obesità, insulino-resistenza, diabete e iniziali e precoci specifici deficit cognitivi.
NUTRIZIONE E MALATTIE INFIAMMATORIE. I ricercatori della Cattolica di Roma sono attivi negli studi volti a scoprire i meccanismi molecolari che mediano l'azione infiammatoria dei chili di troppo. Questo ha permesso di studiare anche quali sono i cibi con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che è più opportuno assumere e di dimostrare che malattie anche gravi, come l'artrite reumatoide, migliorano con il calo di peso, modificando alcuni biomarcatori specifici dell'obesità e dell'infiammazione legati al peso in eccesso.
I ricercatori hanno anche stilato un decalogo alimentare contro le malattie reumatiche.
E' importante ad esempio, spiega Elisa Gremese del Dipartimento di Scienze mediche del Gemelli, privilegiare cibi utili oltre che a dimagrire anche a proteggere dal rischio infiammatorio e vascolare quali quelli ricchi in sostanze antiossidanti: pesce, olio extravergine di oliva, ciliegie, broccoli, latticini, tè verde, pane integrale, ananas, aglio, nocciole.
NUTRIZIONE E LONGEVITÀ. Nel piatto i segreti dell'active ageing (invecchiamento attivo). I ricercatori sono al lavoro in un ampio progetto europeo contro fragilità dell'anziano e sarcopenia: esercizio fisico, intervento nutrizionale personalizzato e l'utilizzo di specifiche soluzioni tecnologiche sono il mix per contrastarle con successo. Una ricerca della Facoltà di Medicina della Cattolica evidenzia che 1 anziano su 3 si alimenta male e mangia anche cibo scaduto: da qui l'importanza di programmi di educazione alimentare per tutte le età.
"Le carenze nutrizionali e una non corretta alimentazione associate a una ridotta attività fisica - spiega Francesco Landi, del Dipartimento di Geriatria, neuroscienze e ortopedia del Gemelli - possono essere la causa dell'insorgenza di fragilità fisica e cognitiva durante l'invecchiamento". Coinvolgendo circa 200 'over 65' (età media 74 anni), allo scopo di studiare se fattori economici, etici, socio-culturali influenzino il rischio di un'alimentazione non sicura, sia dal punto di vista nutrizionale che igienico-sanitario, "è emerso che gli anziani ricevono informazioni su una corretta alimentazione principalmente da tv, giornali e internet (30%) e da professionisti sanitari (34,8%), quali dietologi e nutrizionisti. Solo il 15,4% si rivolge al medico di famiglia".
NUTRIZIONE E TUMORI. Mangiare sano serve anche a prevenire il cancro e aiutare le terapie. All'Università Cattolica vengono indagati i bersagli molecolari dei grassi omega-3, di cui è ricco il pesce, potenzialmente in grado di rallentare la crescita del cancro del colon e del melanoma. Secondo altri studi, invece, "il consumo di alimenti contenenti vitamine del gruppo B e ricchi di carotenoidi riduce del 40% il rischio di tumore di bocca e gola", spiega Stefania Boccia, direttore della Sezione di igiene, Istituto di sanità pubblica. "Studi in corso alla Cattolica - aggiunge - stanno valutando l'effetto protettivo di alcuni composti naturali ricchi di antiossidanti presenti nel tè, caffè, vino rosso e anche agrumi, nelle donne sottoposte a chemioterapia per trattamento del carcinoma della mammella, così come l'effetto protettivo rispetto alle enteriti di alcuni composti probiotici nelle persone sottoposte a radioterapia per tumori del distretto pelvico".