Roma, 12 mar. (AdnKronos Salute) - Scienza in campo per migliorare prelibatezze tipiche laziali del calibro del guanciale di Amatrice, ma anche la porchetta di Ariccia e le telline del litorale romano. Un network di cinque università del Lazio mette il proprio know-how scientifico in campo agroalimentare a disposizione delle aziende di settore, per contribuire al miglioramento dei processi di produzione, conservazione e sicurezza alimentare di 100 'eccellenze' regionali a tavola. Si tratta del progetto Tipitec (Tipicizzazione prodotti italiani tramite tecnologie), di cui l'Università Campus Bio-Medico di Roma è capofila.
Il progetto, ricorda il Campus, è arrivato primo tra quelli vincitori del bando sui temi di Expo 2015 indetto da Lazio Innova, società regionale per lo sviluppo a sostegno delle imprese. Con il Campus Bio-Medico partecipano anche gli atenei di Roma Tre, Sapienza, Tor Vergata e Università Cattolica del Sacro Cuore. "Con questo progetto - spiega Laura De Gara, delegata dell'Università Campus Bio-Medico di Roma per l'elaborazione delle iniziative parte del progetto - potremo trasferire le competenze accademiche e i risultati delle nostre ricerche in campo nutraceutico e alimentare dai laboratori alle catene di produzione aziendali. In questo modo, la scienza fornirà gratuitamente alle realtà imprenditoriali del territorio informazioni sugli strumenti più aggiornati e avanzati per risolvere i problemi legati a processi produttivi e sicurezza alimentare".
Saranno 100 i prodotti tipici del Lazio a poter essere valorizzati: dal guanciale di Amatrice alla porchetta di Ariccia, dal conciato di San Vittore al kiwi di Latina, dalla tellina del litorale romano alle olive di Gaeta, con un lungo elenco di vini, acque e altre prelibatezze ben conosciute anche al di fuori dei confini regionali.
In un portale web verranno inseriti i brevetti, le ricerche e i dispositivi tecnologici messi a disposizione delle aziende. Queste ultime potranno ricercare le informazioni e le soluzioni più congeniali alle proprie esigenze, a partire da sette macro-ambiti alimentari: carne, formaggi e caseari, vini, ortaggi, prodotti da forno-dolciari, olio e il settore altro, che raggruppa le acque minerali e altri prodotti non appartenenti alle precedenti categorie. In alternativa, sarà possibile effettuare la ricerca anche in base al tipo di problema di filiera o al grado di complessità di approccio metodologico richiesto.
Come sottolinea Marco Santonico, docente di Ingegneria delle Tecnologie alimentari al Campus Bio-Medico e coordinatore del progetto, "verrà messo in campo il meglio delle competenze scientifiche applicate all’alimentazione: dal sistema 'Flute', che monitora la qualità e il livello di stagionatura dei salumi, a sistemi multisensoriali in grado di smascherare eventuali contraffazioni in oli, vini o altri alimenti.
Ci saranno anche tecnologie innovative per il controllo contaminazione microbica di alimenti, della durabilità dei cosiddetti 'prodotti di quarta gamma', come le insalate confezionate, senza dimenticare l’analisi chimica delle proprietà antiossidanti e nutrizionali di alimenti effettuabile su sistemi biologici complessi: un metodo di verifica degli effetti di alcune sostanze sulla salute dell’uomo più fedele rispetto ai tradizionali test biochimici".