Milano, 22 ott. (AdnKronos Salute) - Lo 007 James Bond, Indiana Jones, la Pantera rosa, il Padrino. E' praticamente impossibile pensare a questi personaggi senza risentire nella mente la colonna sonora dei film che li hanno raccontati sul grande schermo. Ebbene, nessuno di loro avrebbe avuto tanta fortuna al botteghino se i sottofondi che li hanno accompagnati non fossero stati scritti. Note e cervello, infatti, sono legati a doppio filo e ascoltare una musica emozionante aiuta la memoria a fissare ricordi indelebili. Lo ha dimostrato un gruppo di scienziati dell'università degli Studi di Milano-Bicocca, con un esperimento pubblicato su 'Nature Scientific Reports', co-firmato da un collega dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr.
L'obiettivo dei ricercatori era indagare quale influenza ha ciò che ascoltiamo, sia musica o rumore di fondo, sui processi percettivi e cognitivi. Il lavoro è stato condotto dal Milan Center for Neuroscience-Dipartimento di Psicologia della Bicocca, e coordinato da Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica dell'ateneo milanese.
Il test ha coinvolto un gruppo di 54 studenti universitari non musicisti, ai quali è stato proposto un esercizio di memoria accompagnato da una melodia o da nessun sottofondo musicale. Si è così osservato che i ricordi si fissavano meglio, e venivano richiamati più velocemente alla memoria, in condizioni di silenzio oppure di musica toccante.
Ecco i dettagli del test. Nella prima parte sono state mostrate ai partecipanti 56 immagini di volti di uomini e donne, in associazione a un sottofondo sonoro di musica jazz e suoni naturali, per esempio onde marine. Nella seconda fase sono state mostrate altre 300 facce sconosciute, con un sottofondo di musica ritenuta commovente o gioiosa da 20 giudici in un precedente studio, oppure con il sottofondo del rumore della pioggia, o ancora in silenzio. Nello step conclusivo i partecipanti vedevano altri 300 volti (200 vecchi e 100 nuovi) senza alcun sottofondo musicale, e veniva chiesto loro di usare il dito indice per indicare che si trattava di facce nuove o il medio per quelle già viste. Durante l'ascolto della musica, inoltre, ai partecipanti venivano misurati la pressione sanguigna e il battito cardiaco.
"I risultati - spiegano dalla Bicocca - hanno indicato che il riconoscimento più efficiente e veloce dei volti si è verificato in condizioni di silenzio, o quando i partecipanti ascoltavano musica emotivamente toccante. Al contrario, un sottofondo fatto di suoni come pioggia o musica allegra ha interferito con la memorizzazione delle facce. Oltre a migliorare la memoria, l'ascolto di musica emotivamente toccante ha coinciso con un significativo aumento della frequenza cardiaca".
Dichiara Mado Proverbio: "L'ipotesi che ci porta a fare questo esperimento è che l'ascolto di musica toccante sia in grado di modificare la percezione visiva dei volti, legando le caratteristiche del viso a informazioni uditive e carica emotiva generata dalla musica. Ciò potrebbe voler dire che l'ascolto di un certo tipo di musica produce una codifica della memoria più profonda".