Roma, 5 ago. (AdnKronos Salute) - Anche i ricercatori italiani potranno d'ora in poi dotarsi del codice di identificazione internazionale Orcid (Open Researcher and Contributor Id), utile anche per la prossima Vqr (Valutazione della qualità della ricerca). Un risultato possibile grazie al progetto Iride (Italian Reserch Identifier for Evaluation), lanciato da Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca (Anvur), Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e Consorzio interuniversitario Cineca, in occasione dell'avvio del progetto di valutazione della Qualità della ricerca Vqr 2011-2014.
Orcid risponde all'esigenza, molto sentita dalla comunità della ricerca, di collegare in modo univoco ogni ricercatore ai propri prodotti di ricerca (articoli, brevetti, citazioni, esperimenti, eccetera), indipendentemente dal settore disciplinare e dai confini nazionali. La sua adozione consentirà di evitare errori e ambiguità di attribuzione in diversi ambiti: nella paternità degli articoli pubblicati dalle riviste scientifiche, nella richiesta di finanziamenti, nella registrazione di brevetti e anche negli esercizi di valutazione nazionali e di ateneo. L'assegnazione del codice Orcid, già ampiamente utilizzato a livello internazionale, consentirà quindi di superare gli innumerevoli problemi incontrati in passato da Anvur, università, Cineca e singoli ricercatori, nell'interrogazione delle banche dati bibliometriche. Nel nostro Paese le difficoltà (omonimie, modifiche, abbreviazioni diverse per il prenome o traslitterazioni da sistemi di scrittura diversi, solo per citarne alcuni) sono acuite dalla mancata attuazione dell'Anagrafe nazionale della ricerca (in teoria introdotta per legge nel 2009) e dall'incompletezza delle basi di dati delle pubblicazioni oggi esistenti.
Al progetto, battezzato 'Iride', prenderanno parte 70 università e quattro centri di ricerca italiani. L'obiettivo è di consentire inizialmente a tutti i ricercatori del sistema accademico nazionale di poter accedere in modo semplice al registro Orcid, coinvolgendo in un secondo momento anche gli studenti del dottorato di ricerca e gli assegnisti di ricerca. L'intero processo dovrebbe chiudersi entro il 2016.
"La prossima valutazione della qualità della ricerca (Vqr 2011-2014) è un'ottima occasione per utilizzare questa buona pratica per la gestione dei prodotti della ricerca anche nel sistema accademico italiano. Ad oggi, dei 400.000 ricercatori che parteciperanno alla Vqr solo 33 mila dispongono già di un Id Orcid", ha dichiarato Stefano Fantoni, presidente Anvur. "Ci impegniamo per far sì che le operazioni standard siano completamente gratuite per chi ne usufruisce".
"Il progetto Iride costituisce un passo fondamentale per rendere la valutazione della ricerca in Italia più semplice e, nel contempo, più affidabile. Contribuirà inoltre alla costruzione di quella Anagrafe nazionale della ricerca prescritta da una legge del 2009, ha dichiarato Sergio Benedetto, membro del Consiglio direttivo Anvur, già coordinatore della Vqr 2004-2010 e coordinatore della Vqr 2011-2014 appena partita.
Su mandato di Anvur e Crui, a metà giugno Cineca ha siglato un accordo con il registro internazionale Orcid allo scopo di realizzare un risparmio economico per gli atenei e gli enti di ricerca italiani, svolgendo il ruolo di facilitatore tecnologico nell'ambito della prossima Vqr: in collaborazione con Anvur e Crui, infatti, Cineca realizzerà il software operativo per l'attuazione del progetto Iride.
"Siamo orgogliosi di continuare a supportare il sistema accademico nazionale con le nostre competenze e infrastrutture", ha commentato Emilio Ferrari, presidente Cineca. "L'implementazione di Orcid è parte delle attività che caratterizzano il ruolo di servizio del Consorzio nei confronti della comunità della ricerca".
Lo sforzo iniziale richiesto ai singoli ricercatori è minimo, e consiste nel controllo e nella verifica dei dati identificati da Cineca. Anvur, Crui e Cineca si impegnano a far sì che l'operazione comporti il minor aggravio possibile per tutti i ricercatori coinvolti.
"L'università italiana procede verso una sempre maggiore integrazione internazionale e si attrezza affinché la valutazione sia piena ed efficace. Speriamo che l'Esecutivo ne tragga spunto per il rilancio di una comunità che in questi anni ha solo dato. E non solo in termini di controllo ed efficienza", ha dichiarato Stefano Paleari, presidente della Crui.