Roma, 21 gen. (AdnKronos Salute) - La scienza europea avrà presto una sua piattaforma di Cloud Computing completamente gratuita e open-source, capace di operare su infrastrutture di rete sia pubbliche che private. L'obiettivo è rispondere così alle esigenze di calcolo, elaborazione o archiviazione dati dei ricercatori di ogni disciplina, facilitando il percorso della scienza verso nuove scoperte. La piattaforma sarà realizzata grazie al via libera di Bruxelles al progetto Indigo-Data Cloud, approvato nell'ambito del programma europeo Horizon 2020 con un finanziamento di 11 milioni di euro in 30 mesi. L'annuncio è arrivato oggi dall'Istituto nazionale di fisica nucleare che coordina il progetto a livello europeo.
A Indigo-Data Cloud partecipano 26 tra istituzioni e importanti aziende di 11 diverse nazioni europee, e principal investigator è l'italiano Davide Salomoni dell'Infn-Cnaf di Bologna. "Per la prima volta 22 istituzioni scientifiche di primo piano e 4 grandi aziende degli 11 Paesi coinvolti si sono associati, collegando i principali sviluppatori e provider europei per realizzare una piattaforma Cloud che risponda alle esigenze specifiche di ricercatori in un ampio spettro di discipline", spiega l'Infn. Indigo ha come partner industriali quatto grandi aziende europee dell'Ict: l'italiana Santer Reply, la tedesca T-Systems, la multinazionale Atos e la spagnola Indra.
Il mondo della ricerca europea lavora in realtà da molti anni alla costruzione di un'infrastruttura di calcolo distribuita e condivisa, la European Grid Infrastructure-Egi, che interconnette attraverso tecnologie di Grid Computing centinaia di centri di calcolo in tutta Europa e che è stata realizzata per immagazzinare, distribuire e analizzare, tra gli altri, i centinaia di milioni di Gigabyte di dati scientifici prodotti dal Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, la più grande macchina per la scienza mai costruita dall'uomo. Il progetto Indigo-Data Cloud, che si rifà al modello del Cloud Computing, "consentirà però di effettuare un passo in avanti decisivo verso la realizzazione di una infrastruttura di calcolo a livello europeo più flessibile e in grado di meglio soddisfare le esigenze di un numero molto maggiore di diversi settori di ricerca", sottolinea l'Infn.
"La costruzione della Grid, in effetti, aveva come obiettivo primario la condivisione delle risorse di calcolo, in vista di un compito estremamente complesso, come l’analisi dei dati di Lhac", aggiunge l'Istituto di ricerca italiano.
"Con questo progetto - afferma Salomoni - i nostri sforzi si concentreranno sulla costruzione di una piattaforma software, che sarà completamente gratuita e open-source e che potrà operare su infrastrutture di rete sia pubbliche che private. Si potrà così rispondere allo stesso tempo alle esigenze di calcolo, elaborazione o archiviazione dati di ricercatori di discipline molto diverse, senza dover riscrivere ogni volta i software da zero, attraverso l'utilizzo di funzionalità comuni fornite dalla piattaforma Indigo".
In sostanza, prosegue lo scienziato, "i ricercatori avranno a disposizione uno strumento con cui accedere in modo semplice a risorse di calcolo e di archiviazione condivise e portare così a termine i calcoli e le elaborazioni più complesse, che non potrebbero svolgere con pochi computer o con il solo centro di calcolo del proprio laboratorio o ente".
Partecipano con grandi aspettative al progetto Indigo, ad esempio, gruppi di ricerca di punta in ambito biomedico, che studiano le strutture proteiche con applicazioni nella diagnosi di malattie o di sintesi di nuovi farmaci. La piattaforma Indigo, inoltre, potrà essere molto utile anche per la gestione dei dati di grandi archivi di opere museali o di cataloghi bibliotecari.
In futuro, inoltre, la piattaforma europea potrebbe consentire ai laboratori e centri di calcolo di integrare le proprie risorse con quelle di provider esterni, ottimizzando in tal modo l'utilizzo delle risorse e diminuendone i costi. In questi casi si porranno nuovi problemi di gestione della sicurezza e della privacy dei dati, per cui verranno sviluppate soluzioni ad hoc, vista l'importanza di queste problematiche per la ricerca fondamentale, rilevanza ancora maggiore in ambito biologico e medico.
"Ad ogni modo il nostro obiettivo - conclude Salomoni - è fornire alle comunità dei ricercatori europei uno strumento in grado di aumentare le loro possibilità di accesso ad infrastrutture informatiche distribuite. E in questo modo potenziare la capacità degli scienziati europei di ogni settore di risolvere problemi e arrivare a nuove scoperte".
Nell'ambito di Horizon 2020, l'Infn partecipa anche ad un altro grande progetto europeo recentemente approvato dalla Commissione europea, Egi-Engage, che ha l'obiettivo di allargare e rafforzare l'infrastruttura di calcolo della ricerca europea attualmente esistente. Anche il principal investigator del progetto Egi-Engage è un'italiana dell'Infn, Tiziana Ferrari, "a testimoniare ancora una volta la validità e competitività del nostro Paese nell'ambito delle nuove tecnologie informatiche", evidenzia l'Inf. L'iniziativa europea in questo settore verrà presentata anche ai media e al mondo della ricerca statunitensi nell'ambito della conferenza annuale della American Association for Advancement in Science (Aaas) a San Jose in California, il prossimo febbraio.