Salute

Ricerca: approvate in Senato 4 mozioni salva-animali

Gli scienziati insorgono, test necessari e insostituibili - De Filippo chiede modifiche e soppressioni

Milano, 6 mag. (AdnKronos Salute) - L'Assemblea del Senato ha approvato ieri sera, in testi modificati, 4 mozioni (2 di M5S e 2 del Pd) che impegano il Governo alla promozione della cultura contro i maltrattamenti degli animali. I contenuti, che prevedono fra l'altro paletti alla sperimentazione animale a scopo di ricerca, sono fortemente osteggiati dalla comunità scientifica che ribadisce ancora una volta come i test sugli animali siano al momento "ancora necessari e insostituibili".

Durante la seduta - ricostruisce il resoconto diffuso da Palazzo Madama - sono stati approvati anche 3 ordini del giorno di Ncd, M5S e Sel. Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo ha accolto l'ordine del giorno a prima firma di Loredana De Petris (Sel) che impegna il Governo a rafforzare la task force veterinaria per la lotta al randagismo e ai maltrattamenti degli animali, e l'ordine del giorno a prima firma di Carlo Giovanardi (Ncd-Udc) che impegna il Governo a dare attuazione agli impegni assunti a livello internazionale in materia di tutela del benessere animale; a diffondere nelle scuole conoscenze fondate sul tema; a spiegare che il miglioramento del benessere animale è conseguenza del riconoscimento dei diritti costituzionali per le persone, tra cui la libertà di ricerca, allevamento, allestimento di spettacoli. De Filippo ha accolto inoltre con una modifica l'ordine del giorno a prima firma di Elena Fattori (M5S) che impegna a rafforzare il nucleo investigativo per i reati in danno degli animali del Corpo forestale dello Stato.

Richiamando il decreto legislativo n. 26 del 2014, che ha recepito la direttiva europea sulla sperimentazione animale, il sottosegretario ha quindi chiesto riformulazioni e soppressioni sulle mozioni n. 239 di Paola Taverna (M5S) che riguarda la diffusione di metodologie alternative alla sperimentazione animale; n. 258 di Silvana Amati (Pd) che prevede numerosi impegni tra cui il sostegno all'elaborazione di una legge quadro europea sul benessere animale; n. 267 di Monica Cirinnà (Pd) che riguarda l'esportazione di animali vivi verso Paesi che non garantiscono la tutela del benessere animale; n. 397 di Serenella Fucksia (M5S) che riguarda, tra l'altro, la regolamentazione della professione veterinaria e la disincentivazione dell'uso di animali in spettacoli pubblici.

Tra gli scienziati contrari alle mozioni, intervenuti a una conferenza stampa organizzata ieri per esprimere il dissenso della comunità dei ricercatori, ci sono gli esponenti del 'Gruppo 2003 per la ricerca scientifica' rappresentato dal farmacologo Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano. Insieme alla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo e altri ricercatori che "per l'ennesima volta devono difendere la razionalità scientifica contro una iniziativa di stampo animalista tesa a rendere impossibile la ricerca con gli animali", il Gruppo 2003 - spiega l'associazione - ha rinnovato le ragioni che rendono la sperimentazione animale "ancora necessaria e benefica per i farmaci e le terapie che se ne possono trarre.

Malattie come Hiv, epatite C ed altre, mortali fino ad alcuni anno orsono, ora sono divenute croniche (Hiv) o eradicabili (epatite C) grazie alla ricerca sugli animali".

"Non è vero - ha argomentato Garattini - che dallo studio degli animali non si possano desumere risultati che valgono anche per gli uomini. E non è neppure vero che i metodi alternativi la possano al momento soppiantare. La complessità dei sistemi biologici necessita di prove su specie animali. Porre ulteriori ostacoli alla sperimentazione animale in Italia in questo ci allontanerebbe dall'Europa e dalla possibilità di essere competitivi nella ricerca biomedica e alle sue positive ricadute".

"Ci uniamo alle altre associazioni e ai ricercatori che hanno partecipato alla conferenza stampa - ha concluso - nell'invitare il Governo e tutti i partiti che hanno a cuore il Paese ad appoggiare politiche più lungimiranti in linea con l'Europa i i Paesi più avanzati nella ricerca scientifica".

6 maggio 2015 ADNKronos
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