Roma, 5 nov. (AdnKronos Salute) - Ogni anno "si verificano 3,5-6 milioni di casi di influenza in Italia. Il problema è che, negli ultimi anni, nel nostro Paese sembra esserci ormai un'ondata di scetticismo e di paura nei confronti dei vaccini. Tanto che la copertura vaccinale, in particolare degli anziani, è al di sotto del 50%: un livello veramente basso, raggiunto solo sul finire degli anni '90". Lo spiega all'AdnKronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, che in vista della stagione influenzale invita a "combattere questa ondata di scetticismo, perché il vaccino è un salvavita. Ogni anno si verificano diverse centinaia di morti attribuite direttamente all'influenza, ma stimiamo anche che 7-8 mila persone muoiano per conseguenze e complicanze di questa infezione".
Nel frattempo lo scetticismo nei confronti dei vaccini si moltiplica e anche alcuni anziani vi rinunciano, convinti ormai di essere in grado di difendersi da soli dal virus. "Gli anziani in particolare è bene che si vaccinino: più si è in avanti con l'età - ricorda Rezza - maggiore è il rischio di complicanze come polmoniti e broncopolmoniti. L'anno scorso la stagione di attività è stata intensa per i virus influenzali, per cui ci siamo avvicinati a 6 milioni di casi, in parte perché il vaccino non copriva tutti i ceppi a causa di una mutazione all'ultimo momento, e in parte perché ci sono stati falsi allarmi: due persone anziane decedute dopo la vaccinazione, ma non per sua causa. C'è stata preoccupazione, c'è stato allarme. E' stata fatta chiarezza, ma poi è stato difficile recuperare".
Un'altra categoria vulnerabile sono le donne in gravidanza. "Abbiamo visto - prosegue Rezza - che lo stesso virus pandemico è stato più aggressivo con le donne in gravidanza e le persone con accumulo di grasso addominale, che faticano a respirare. Ecco perché le donne al secondo e terzo trimestre in gravidanza per proteggersi da influenza e complicanze devono fare il vaccino".
Il problema è la diffidenza. "Sui vaccini circolano molte voci, anche su Internet: dai tumori sul famigerato squalene al presunto rischio di indebolire il sistema immunitario". Per Rezza "sono favole, falsi miti che circolano soprattutto sul web. Bisogna combatterli con l'informazione". Lo squalene "ha un brutto nome, ma è un adiuvante usato su 50-60 milioni di persone che si è rivelato sicuro. Serve a rinforzare le risposte immunitarie, non certo a indebolirle", precisa l'esperto dell'Iss. "E gli stessi vaccini servono a rinforzare le nostre risposte immunitarie, non certo a indebolirle. E' molto bassa l'incidenza di reazioni avverse ai vaccini, che sono per lo più locali come pomfi, arrossamenti e in alcuni casi qualche linea di febbre.
Per il vaccino antinfluenzale le reazioni sono molto rare", assicura Rezza.
E se si sono adombrate sanzioni per i medici che sconsigliano i vaccini, il virologo commenta: "Spero che non si debba mai arrivare a questi estremi, ma certo gli Ordini dei medici potrebbero arrivare a pensare a sanzioni per quanti non agiscono in scienza e coscienza. I vaccini hanno salvato milioni di vite umane, come si fa a negare il loro valore?".
In caso di dubbi, dunque, meglio "chiedere al medico e non limitarsi a Internet: è uno strumento importante con cui fare i conti - conclude Rezza - ma anche da prendere con cautela". E se la stagione è ormai alle porte, "io - confida il virologo - quest'anno mi vaccinerò: non appartengo a categorie a rischio, ma colgo questa opportunità, convinto che l'influenza non sia una malattia così banale. Ti costringe a letto, con mal di testa e dolori alle ossa. Oltretutto rischi di portare l'infezione dentro casa: tutti frequentiamo bambini piccoli e anche anziani che possono essere debilitati e risentire di più degli effetti del virus. Insomma, io mi vaccino, e lo faccio per proteggere me stesso e anche gli altri".