La lotta alla resistenza antimicrobica deve subire un deciso cambio di passo. È l'impegno sancito il 26 settembre da una dichiarazione delle Nazioni Unite, in cui i leader di 193 Paesi si impegnano a ridurre i decessi dovuti a questo fenomeno del 10% entro il 2030.
Resistenza antimicrobica: che cos'è
La resistenza antimicrobica (antimicrobial resistance, AMR) è una delle 10 principali minacce alla salute globale, e si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti smettono di rispondere alle cure disponibili. Farmaci che storicamente hanno salvato milioni di vite diventano, a causa dell'evoluzione di tratti di resistenza da parte dei microrganismi, non più utilizzabili; le infezioni sono più difficili da curare, e procedure mediche di routine, come piccoli interventi di chirurgia, tagli cesari, chemioterapia, si fanno più pericolose per il rischio di contatto con patogeni sempre più indifferenti all'azione dei medicinali.
Ecco perché esiste il rischio concreto che la resistenza antimicrobica metta a rischio i progressi medici fin qui a fatica conquistati. In base alla dichiarazione appena firmata, superbatteri e altri organismi che si sono evoluti per resistere alle cure potrebbero compromettere un secolo di traguardi della medicina moderna. Catapultandoci in un futuro cupo in cui si torni a morire per una banale ferita in giardino o per un'estrazione dentale.
La resistenza antimicrobica in cifre
Nel 2019 la resistenza antimicrobica è stata direttamente responsabile di 1,27 milioni di morti globali, e ha contribuito ad altri 4,95 milioni di decessi: più di quelli provocati da HIV, tubercolosi e malaria messi insieme. In un milione di casi, questa prematura scomparsa ha riguardato bambini di meno di 5 anni. Senza una risposta più decisa al fenomeno, si legge nel documento condiviso, si stima che la perdita media di aspettativa di vita per AMR sarà di 1,8 anni a livello globale entro il 2035.
La resistenza antimicrobica porta con sé anche importanti conseguenze economiche e sociali. Entro sei anni soltanto potrebbe causare una perdita globale di 3 trilioni (3.000 miliardi) di dollari all'anno, tra costi sanitari e ridotta produttività, e condurre 28 milioni di persone alla povertà estrema entro il 2050.
Resistenza antimicrobica: cominciamo dalle basi
L'uso improprio di antimicrobici (e in particolare di antibiotici nella medicina, nell'agricoltura e nell'industria alimentare) è una delle principali cause dello sviluppo di superbatteri e di altri patogeni "potenziati" e resistenti alle cure. Altre cause sono la non disponibilità per tutti di acqua pulita e servizi igienici adeguati, l'inadeguata prevenzione delle infezioni, il mancato accesso a vaccini, servizi diagnostici e presidi sanitari di base per tutti.
Infatti, scrivono i delegati, anche se la resistenza antimicrobica, e l'antibiotico-resistenza in particolare, è un problema che riguarda persone di ogni età e provenienza, sono soprattutto le popolazioni dei Paesi in via di Sviluppo e in questi le persone più vulnerabili, a pagarne le conseguenze.
Si sente spesso parlare della necessità di nuovi classi di farmaci per debellare i patogeni resistenti. Ma già migliorare le misure di prevenzione e controllo delle infezioni, potenziare le campagne vaccinali e ampliare la disponibilità di acqua pulita e servizi igienici adeguati potrebbe prevenire oltre 750.000 morti all'anno dovute a resistenza antimicrobica nei Paesi a basso e medio reddito. Poiché si parla, appunto, di misure immediate, si potrebbe cominciare da qui.