Salute

C'è forse una relazione tra grasso corporeo e volume cerebrale

Uno studio suggerisce una possibile associazione tra obesità e diminuzione del volume cerebrale, anche se non chiarisce quale dei due elementi venga prima, né quali siano le eventuali conseguenze.

Il grasso corporeo, specialmente se distribuito attorno alla vita, è considerato un fattore di rischio per una serie di disturbi seri, come problemi cardiovascolari, diabete, difficoltà respiratorie. Ora uno studio pubblicato su Neurology suggerisce vi possa essere un collegamento tra l'abbondanza di massa grassa (e quella concentrata sulla pancia in particolare) e una riduzione del volume cerebrale, inteso come quantità di corpi di neuroni (materia grigia) e di sostanza bianca di supporto.

Già passate ricerche avevano collegato obesità e sovrappeso a una sorta di invecchiamento precoce del cervello, ma sui risultati non c'è consenso unanime, senza contare che nell'arco della vita, e prima di una diagnosi di demenza, il peso individuale può oscillare di molto.

Misure a confronto. Il nuovo studio guidato da Mark Hamer, ricercatore della Loughborough University (Regno Unito), ha analizzato le immagini cerebrali di quasi 10 mila persone coinvolte nell'UK Biobank study, un database che comprende le informazioni sulla salute, continuamente aggiornate, di 500 mila volontari. Gli scienziati hanno confrontato gli indici di massa corporea (il rapporto tra il peso e il quadrato dell'altezza) dei partecipanti nonché il loro rapporto vita-fianchi (rapporto tra circonferenza vita e circonferenza dei fianchi), con i risultati delle immagini cerebrali.

Gli studi precedenti non avevano mai considerato entrambe le misurazioni, ma solo uno dei due parametri singolarmente. È risultato che le persone con un indice di massa corporea elevato (cioè uguale o superiore a 30) e con un rapporto vita-fianchi superiore alla media, avevano un volume cerebrale inferiore a quello dei soggetti più magri - anche dopo aver tenuto in considerazione l'impatto di altri fattori come età, livello di istruzione, propensione a fumare, disturbi mentali.

Sarebbe bello scegliere... ma la ciccia in esubero sa già dove andare. Perché ingrassiamo sempre negli stessi punti? © Shutterstock

Effetto pancetta. Il grasso addominale tende ad avere un effetto più tossico di quello sottocutaneo perché si accumula attorno agli organi vitali e stimola una sorta di infiammazione cronica che ha effetti negativi sulla salute. Le persone con alto indice di massa corporea ma poca ciccia al girovita mostravano, non a caso, un volume cerebrale analogo a quelle non obese.

Che cosa viene prima? Anche se i risultati suggeriscono un legame tra obesità e riduzione del volume cerebrale, vanno interpretati con cautela: non è chiaro se uno dei due fattori sia causa dell'altro o se dipendano entrambi da un terzo (per esempio, da una ridotta efficienza del sistema cardiovascolare). Non si dice che la ciccia al giro vita rimpicciolisce il cervello; potrebbe essere che una riduzione di alcune aree cerebrali, per esempio del circuito della ricompensa, renda più difficile regolarsi con il cibo, ostacolando la perdita di peso.

Inizia a muoverti. Lo studio non dice neanche quali conseguenze abbia la riduzione della materia grigia: per capirlo, occorrerebbe seguire i soggetti nel tempo, monitorando il rapporto tra grasso e volume cerebrale nelle sue trasformazioni, e non fotografare la situazione in un singolo momento, come è stato fatto in questa prima fase. Mentre aspettiamo di scoprirlo, vale la pena... muoversi: l'esercizio fisico - questo è un dato acclarato - ha effetti protettivi sul cervello.

15 gennaio 2019 Elisabetta Intini
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