Un robot sottile e sinuoso capace di addentrarsi nel dedalo delle più fitte e fragili vie respiratorie promette un salto di qualità nella chirurgia oncologica, in particolare negli interventi di rimozione dei tumori al polmone. Il tentacolo ultraflessibile di appena 2 millimetri di diametro, controllato da magneti, ha un approccio più accurato e meno invasivo nel ripulire i bronchi dalle cellule cancerose, minimizzando i danni ai tessuti. È stato sviluppato dai ricercatori dello STORM Lab dell'Università di Leeds (nel Regno Unito), in un progetto finanziato dall'European Research Council (ERC) descritto su Nature Engineering Communications.
Operazioni non per tutti. Il tumore al polmone rappresenta una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati, Italia compresa. La terapia standard per il tumore polmonare non a piccole cellule (circa l'84% dei casi di questo tipo di neoplasia) è la chirurgia, ma questi interventi sono di solito molto invasivi e rimuovono grandi porzioni di tessuto, compromettendo la funzionalità polmonare. Da tempo si cercano alternative meno traumatiche per fare diagnosi e curare i pazienti in fase precoce.
Una "mano" più delicata. Il robot tentacolo che viene mosso da bracci robotici esterni «ha il vantaggio di essere specifico per l'anatomia, più soffice dei tessuti anatomici e completamente controllabile da magneti» spiega Pietro Valdastri, direttore dello STORM Lab e supervisore della ricerca. Il team l'ha testato sui polmoni di un cadavere e ha appurato che è in grado di spingersi il 37% più in profondità rispetto agli strumenti standard, recando danni minori ai tessuti sani. In futuro, se anche i test clinici sull'uomo daranno buoni risultati, potrebbe essere usato per le biopsie o per selezionare solo le cellule maligne, lasciando quelle sane libere di continuare a svolgere le loro funzioni.
Accoppiata vincente. Lo stesso gruppo di scienziati ha anche testato la possibilità di far lavorare due robot chirurghi in coppia, un intervento in tandem in cui un tentacolo riprende la scena operatoria e l'altro controlla un laser che rimuove i tumori. Il team ha usato una replica artificiale di un cranio per inscenare un intervento di chirurgia endonasale, risalendo dal naso fino alla base del cervello per simulare la rimozione di un tumore benigno alla base del cranio.
La prova generale è stata un successo: i due robot sono riusciti a operare in un'area confinata muovendosi in modo indipendente e senza che i magneti vicini si attraessero a vicenda.
Gli scienziati hanno infatti progettato i tentacoli in modo che si piegassero soltanto in specifiche direzioni così da poter controllare la posizione dei reciproci poli.