Una molecola di origine naturale presente in diversi alimenti, la quercetina, sembrerebbe agire da inibitore specifico del SARS-CoV-2, perché ostacola l'attività di un enzima utile per lo sviluppo e la replicazione del nuovo coronavirus.
La scoperta è da accogliere con estrema prudenza perché gli studi, condotti in vitro, sono ancora preliminari e non offrono elementi sufficienti a raccomandare l'integrazione di questa sostanza nell'alimentazione umana. Oltretutto, in questo delicato periodo di abbondanza sia di informazioni scientifiche sia di bufale, c'è di sicuro chi potrebbero far leva sul desiderio di una cura miracolosa contro la CoViD-19 per promuovere la vendita di integratori o altri composti con il pretesto di una loro presunta efficacia antivirale: come ricorda un articolo sul sito del Corriere, proprio per questo, lo scorso giugno, la Food and Drug Administration americana aveva diffidato le aziende dal promuovere prodotti a base di quercetina come possibili terapie anticovid.
Fatte queste premesse, il nuovo studio sulle proprietà della molecola coordinato da Bruno Rizzuti dell'Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza e da un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid è interessante, anche per il modo in cui questa sostanza è stata individuata. Perché, infatti, tra le infinite possibilità, è stato scelto di concentrarsi proprio sulla quercetina?
Ricerca a ritroso. Attualmente, molti gruppi di ricerca stanno lavorando attorno all'enzima 3CLpro (3C-like proteasi), una proteina considerata un possibile bersaglio terapeutico perché comune a tutti i coronavirus. «Per la 3CLpro sono già segnalate molecole che fungono da inibitori», spiega Olga Abian (Università di Zaragoza), prima autrice della pubblicazione, «ma non sono utilizzabili come farmaci a causa dei loro effetti collaterali. Ha una struttura particolare, chiamata dimerica, formata da due sub-unità identiche. In una prima fase del lavoro è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sua sensibilità a diverse condizioni di temperatura e pH.»
Dallo screening sperimentale di un piccolo archivio di composti chimici costituito da circa 150 molecole si è visto che la quercetina poteva essere considerata un inibitore piuttosto potente dell'enzima 3CLpro: simulazioni molecolari hanno infatti mostrato che la sostanza è in grado di legarsi alle sub-unità nella posizione più favorevole per bloccare la replicazione del virus. «La quercetina riduce l'attività enzimatica di 3CLpro grazie al suo effetto destabilizzante sulla proteina», aggiunge Adrian Velazquez-Campoy dell'Università di Zaragoza, che ha diretto il gruppo di ricerca e che aveva già lavorato alla ricerca di farmaci inibitori della proteina per il virus della SARS, nel 2003.
«Ovviamente contiamo si trovi un vaccino, ma i farmaci saranno comunque necessari per le persone già infette e per chi non può essere sottoposto a vaccinazione».
Dove si trova. La quercetina è un flavonoide presente in abbondanza in alimenti come capperi, cipolla rossa e radicchio, «noto per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-allergiche, anti-proliferative», aggiunge Rizzuti: «le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercetina si lega alla proteina 3CLpro impedendole di svolgere correttamente la sua funzione di replicazione».
Non è il primo flavonoide studiato per la possibile efficacia contro il SARS-CoV-2: finora però, nessuna di queste ricerche è arrivata a conclusioni definitive. L'idea di interferire con l'attività di un virus prendendo di mira le proteasi, ossia gli enzimi che ne consentono attività vitali come la replicazione, non è nuova (lo facciamo già, con successo, nelle terapie contro l'HIV). Al momento, però, le misure di prevenzione come distanziamento e mascherine sono le uniche armi di efficacia comprovata contro la CoViD-19.