Usato da milioni di persone come trattamento estetico anti-rughe, la tossina boltulinica, più nota sotto il nome commerciale di botox, rivela un lato inquietante. (Susanna Trave, 14 aprile 2008)
Il botox, che dagli anni '90 è sulla cresta dell'onda della medicina estetica, mostra oggi nuovi risvolti per nulla confortanti. A metterci in guardia su possibili effetti non graditi è un gruppo dell'istituto di Neurofisiologia del Cnr di Pisa: non si può escludere il rischio che dal viso, dove viene iniettato per distendere le rughe, il prodotto possa diffondersi ad altre aree del corpo, con "effetti collaterali" inattesi quali, per esempio, difficoltà di respirazione. Il botox è un preparato contenente il tipo A della tossina (una delle più micidiali che si conoscano) prodotta dal batterio clostridium botulinum, che ha la proprietà di interrompere le comunicazioni tra le cellule nervose. Utilizzata in piccolissime dosi, agisce provocando il blocco dell'impulso nervoso ai muscoli e distendendo perciò le cosiddette rughe d'espressione, causate dalla contrazione dei muscoli del viso.
Uno strumento potente. Era convinzione comune che la tossina botulinica avesse un'azione locale, e interferisse solo con il sistema nervoso vicino al punto in cui viene iniettata poiché, finora, la sua capacità di risalire lungo il fascio di nervi motori e diffondersi in punti più lontani non era mai stata descritta. Come mai? Secondo i ricercatori pisani, le quantità iniettate sono talmente piccole da non poter essere rilevate dalle normali tecniche di analisi. Questo però deve essere di monito ogni volta che ci troviamo di fronte a sostanze molto potenti, proprio come la tossina botulinica. Nelle scorse settimane la stessa Food and Drug Administration statunitense, dati alcuni incidenti avvenuti a seguito dell'utilizzo di botox, ha informato il pubblico dei pericoli potenziali e ha avviato una approfondita indagine... come spesso accade "a posteriori".