Il centrocampista camerunese della Lazio Joseph Minala dichiara di avere 17 anni, e passaporto e carta d'identità lo confermerebbero. Ma ne dimostra almeno 27, e secondo indiscrezioni riportate da Il Fatto quotidiano (smentite dal diretto interessato), potrebbe averne persino 42. Decisamente troppi per giocare in una squadra Primavera, e tanti anche per essere un campione in erba.
La polemica infuria fra tifosi e club, ma esiste un metodo per accertare la verità?
La radiografia della mano
«L'età di un atleta può essere stabilita da una radiografia della mano, che valuti il numero e lo spessore dei nuclei di accrescimento, le parti terminali delle ossa costituite da cartilagini, in grado di produrre un allungamento dell'osso finché l'organismo è in crescita» spiega Paolo Zeppilli, direttore del Centro di medicina dello sport dell'Università Cattolica di Roma e medico della nazionale di calcio fra il 1990 e il 2008. «La completa ossificazione, con la chiusura dei nuclei di accrescimento, avviene a circa 18-19 anni».
Matassa ingarbugliata
Nel caso Minala, è però proprio quel “circa” a complicare la situazione. «La radiografia non è una carta d'identità» conferma Marco Cappa, direttore dell'endocrinologia all'Ospedale pediatrico Bambin Gesù. «Ci sono variazioni individuali e dall'analisi dei nuclei di accrescimento è impossibile dire se un ragazzo ha 17 anni oppure 19».
Inoltre, prosegue Zeppilli, «per legge i raggi x non possono essere usati con scopi esclusivamente sportivi: serve un'indicazione di tipo medico». E come se non bastasse, non esistono altri test che permettano di giudicare con esattezza l'età di una persona.
La matassa, insomma, sembra destinata a restare ingarbugliata, a meno che l'età del calciatore sia davvero molto diversa da quella dichiarata. «Un perito potrebbe fare una valutazione basandosi sulle caratteristiche della cute, l'usura delle articolazioni o su altri parametri» conclude Cappa. «Sarebbe comunque un'indicazione approssimativa, ma certo permetterebbe di stabilire se siamo di fronte a un minorenne o a un quarantenne». Per arrivare a questo bisognerebbe però avviare un procedimento, e alla fine sarebbe un giudice ad avere l'ultima parola.