Fare una stima del numero di spezie utilizzate è quasi impossibile. Le spezie, infatti, sono uno degli elementi più importanti delle cucine tradizionali, e provengono da secoli di tentativi e di prove. Di origine vegetale, sono composte da semi, foglie, fiori, frutti essiccati. Una delle cucine più ricche di spezie è quella indiana. Nel curry (la polverina indiana nota anche come masala) ce ne possono essere più di 70 tipi diversi. Molto speziate sono anche la cucina cinese e quella africana.
Le spezie meno note. Le più utilizzate nella cucina italiana sono circa una trentina (tra cui pepe, zenzero, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, coriandolo, cumino e curcuma di origine asiatica; alloro, zafferano, ginepro, peperoncino, cerfoglio, anice e senape di origine mediterranea). Il loro impiego si è consolidato in periodo medioevale, sia per esaltare il sapore dei cibi in un'epoca in cui il sale scarseggiava, sia per migliorarne la conservazione. Ma anche per sfruttare le loro proprietà curative. Le prime evidenze dell'uso delle spezie risalgono a 50 mila anni fa. Il principale produttore, oggi, è l'India (oltre 1 milione di tonnellate l'anno), seguita dal Bangladesh (139 mila tonnellate), dalla Turchia (78 mila tonnellate) e dalla Cina (77 mila tonnellate).