Gli adolescenti dovrebbero dormire circa nove ore a notte. Invece, dormono sempre di meno: secondo uno studio dell'Università di Adelaide (Australia), che ha esaminato oltre 3mila ricerche effettuate in 20 Paesi su più di 690.000 soggetti tra il 1905 e il 2008, i bambini e i ragazzi di età comprese fra i 5 e i 18 anni hanno perso 75 minuti di sonno a notte, pur con grandi variazioni a seconda dell'area geografica.
Difficoltà cognitive. Secondo gli esperti sono dati preoccupanti, dato che studi sempre più dettagliati rivelano che la carenza di sonno ha consegenze negative sulla loro salute, in particolare sull'apprendimento e sul comportamento. Una nuova ricerca pubblicata su Lancet Child & Adolescent Medicine ha seguito per due anni 8.323 bambini di età comprese fra nove e 10 anni, suddivisi in due gruppi: coloro che dormivano almeno nove ore per notte (ovvero, la quantità minima raccomandata dall'American Academy of Sleep Medicine per la fascia di età compresa fra i sei e i 12 anni) e coloro che invece dormivano meno. I risultati mostrano che questi ultimi tendono ad avere difficoltà cognitive (nel processamento delle informazioni, nella memoria e così via) e comportamentali. I ricercatori, poi, sono stati in grado di collegare questi problemi ad anomalie strutturali molto precise, identificate tramite la risonanza magnetica.
Fattori ormonali. «Le anomalie osservate fra i ragazzini che non dormono abbastanza sono quelle tipiche della carenza di sonno anche negli adulti», commenta Francesco Fanfulla, responsabile del Centro di medicina del sonno dell'Istituto Maugeri di Pavia. In particolare, riguardano i gangli della base, regione cerebrale implicata nella regolazione del ritmo sonno-veglia, e la corteccia, responsabile delle funzioni cognitive più sofisticate. Lo studio di Lancet è molto più di un campanello d'allarme, perché conferma che la carenza di sonno nei giovani determina problemi cognitivi e comportamentali, e perché individua un effetto a lungo termine, sulla struttura del cervello. «Le soluzioni però non sono semplici, anche perché alle cattive abitudini si sommano i fattori ormonali, che fanno sì che durante l'adolescenza i ragazzi tendano ad andare a dormire più tardi», spiega Fanfulla.
Adolescenti, sonno e scuola - Posticipare l'orario di inizio delle lezioni: saresti d'accordo? Partecipa al sondaggio
A scuola un'ora dopo. Si tratta, dunque, di un fatto del tutto fisiologico, che un tempo era mitigato dalla scarsità di stimoli dopo una certa ora, ma che adesso viene invece amplificato dalla presenza di possibili svaghi lungo tutte le 24 ore.
Quindi? Per venire incontro alle esigenze fisiologiche dei più giovani, una risposta sembra essere quella di posticipare l'ingresso a scuola. Le sperimentazioni in tal senso, condotte all'estero e anche in Italia, dimostrano che la soluzione è percorribile e che funziona. Per esempio, già da qualche anno l'Istituto Majorana di Brindisi ha scelto di ritardare l'inizio delle lezioni e, alla fine del 2020, uno studio condotto dal dipartimento di psicologia dell'Università La Sapienza di Roma, ha valutato i risultati della decisione. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature and Science of Sleep, ha trovato che gli studenti che avevano la possibilità di alzarsi un'ora dopo al mattino avevano migliori risultati scolastici, livelli maggiori di attenzione e facevano meno assenze.
Tratto da Il sonno dalla A alla Z di Margherita Fronte (Focus 360, disponibile in versione digitale). Perché non ti abboni?