Milano, 29 gen. (AdnKronos Salute) - Cosa spinge ad aderire all'Isis? Qual è la 'molla' che scatta negli adepti del sedicente Stato Islamico? Psichiatri, psicologi e studiosi del fenomeno proveranno a spiegarlo il 20 febbraio a Lucca, durante il seminario 'Nella testa dell'Isis-Realtà e psicopatologia del fenomeno terroristico', a cura della Fondazione Brf Onlus-Istituto per la ricerca scientifica in psichiatria e neuroscienze. L'appuntamento punta a "definire un profilo psicopatologico dei membri dell'Isis - informano i promotori - tracciando un quadro il più preciso possibile della realtà che stiamo vivendo".
"Il mondo occidentale - osserva Armando Piccinni, presidente della Fondazione Brf Onlus - si è trovato all'improvviso nel mezzo di una guerra contro un nemico invisibile. Lo Stato islamico richiama alla jihad milioni di persone in tutto il mondo, utilizzando per la pubblicizzazione, la diffusione delle notizie, la rivendicazione delle azioni e il proselitismo lo strumento attualmente più potente del pianeta: il web". Abu Bara al Hindi, analizzano gli esperti, rivolge ai "fratelli" che vivono in Occidente dei messaggi che non lasciano dubbi: "So come vi sentite, vi sentite depressi. Il profeta ha detto che la miglior cura per la depressione è il jihad per la causa di Allah. Vi sentite come se aveste perso l'onore. Fratelli miei, venite al jihad e proverete anche voi l'onore che proviamo. Sentirete la felicità che sentiamo".
Ma la depressione gioca davvero un ruolo in questo fenomeno? Gli jihadisti sono dei 'depressi' che si curano procurando la morte degli 'infedeli' che ritengono loro nemici? Chi sono questi uomini? Quali le loro basi religiose, culturali, antropologiche, psicologiche, sociali? Esiste un'interpretazione scientifico-antropologica-psicologica o psichiatrica del loro comportamento? I partecipanti al seminario tenteranno di rispondere a questi interrogativi, per aiutare a "comprendere meglio il fenomeno terroristico" e a "formare un personale giudizio a riguardo". Parteciperanno Antonella Delprino, Edward Luttwak (Il mondo di oggi di fronte al terrorismo), Armando Piccinni (Psicopatologia e terrorismo), Donatella Marazziti (Le radici dell'aggressività), l'Ammiraglio Donato Marzano (Gli scenari internazionali del terrorismo), Francesco Borgonovo (Islam e terrorismo), Paolo Cardoso (Il profilo psicologico del terrorista) e Tito Arecchi (Aspetti sociologici e culturali alla base del terrorismo).