Roma, 22 mar. (AdnKronos Salute) - Trovare le parole per spiegare ai bambini una nuova strage terroristica nel cuore dell'Europa. Un compito non facile per genitori e insegnanti che "devono soprattutto evitare di spaventarli e cercare invece sempre di dar loro speranza: caricarli di qualcosa che non riescono a fronteggiare, che li schiaccia facendoli sentire totalmente impotenti, è un errore", spiega Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell'età evolutiva all'Adnkronos Salute. "Per questo è meglio evitare di coinvolgere i più piccoli". Per loro, dunque, "niente telegiornali", commenti in tv e parole sugli attentati.
"Ai bambini più grandicelli, diciamo dopo gli 8 anni - continua la psicologa - che difficilmente restano all'oscuro delle notizie, le spiegazioni devono essere date in mondo da far emergere sempre una via d'uscita. Dobbiamo spiegare loro che ci sono persone che lavorano per controllare, per evitare gli attentati: la polizia, i servizi segreti, le forze internazionali. Sottolineare che la maggioranza delle persone è buona, solo alcuni fanno del male e vogliono uccidere gli altri. Concetti semplici ma necessari perché il senso di angoscia non prevalga".
Importante per i bambini anche la partecipazione al dolore degli altri e l'espressione del sentimento di dispiacere, sempre con semplicità. "Basta dire - aggiunge Oliverio Ferraris - che si tratta di una notizia molto triste, che ci sono famiglie che soffrono".
"Ed è utile esprimere tutto questo con gesti: accendere una candela per le vittime, fare una preghiera insieme se si è religiosi. E, a scuola, fare un disegno, scrivere un pensiero. Sono gesti che, come tutti i riti, aiutano psicologicamente non solo a rendere omaggio alle vittime ma anche a fare in modo che non tutto passi come ordinario. Il rito ha, in generale, un effetto di 'alleggerimento'. E' un modo di lenire il senso di impotenza".