Salute

Psicologia: cervello moralista, 'ballare coi lupi' non gli piace

L'esperimento sugli studenti di Milano-Bicocca, è più difficile muoversi in sincronia con i disonesti

Milano, 3 mar. (AdnKronos Salute) - Il cervello è moralista. Tanto da mostrarsi recalcitrante quando deve ordinare al resto del corpo un gesto o un'azione che indichi 'complicità' con chi confessa di non comportarsi bene. "A 'ballare coi lupi' ci pensiamo due volte", è la conclusione dell'università degli Studi di Milano-Bicocca, dopo un esperimento condotto da Marco Brambilla e Simona Sacchi del Dipartimento di Psicologia, in collaborazione con Michela Menegatti e Silvia Moscatelli del Dipartimento di Psicologia dell'università di Bologna.

Lo studio, pubblicato sul 'Journal of Nonverbal Behavior', dimostra in sintesi che "la moralità altrui è decisiva per il successo delle interazioni umane quotidiane". La prova? "Muoversi in sincronia con una persona che ha appena ammesso di essersi comportata in modo disonesto risulta più difficile".

Gli autori hanno deciso di focalizzare la ricerca sui movimenti sincronici perché sono espressione dei comportamenti spontanei. E' stato infatti osservato che se stiamo parlando con una persona che muove un piede avanti e indietro o si gratta la fronte, imitiamo i suoi movimenti senza rendercene conto. Non solo: tendiamo anche ad andare 'a tempo', replicando i gesti altrui in modo sincrono. A quanto pare, però, questo accade spesso ma non sempre.

Lo studio ha coinvolto 92 volontari, scelti tra gli studenti dell'università di Milano-Bicocca che sono stati sottoposti a un compito comportamentale da eseguire a coppie. E' stato chiesto loro di eseguire in sincronia una serie di semplici movimenti - per esempio incrociare le mani sul tavolo o mettere la mano destra sulla spalla sinistra - dettati dal partner che di volta in volta era percepito dai volontari come onesto o disonesto, socievole oppure ostile. Si è visto così che il tempo di reazione con cui gli studenti imitavano i gesti del partner 'disonesto' era in media di 78 millisecondi, mentre si accorciava fino a 63 ms di fronte a un partner ritenuto onesto. I tempi di reazione restavano invece più o meno gli stessi nel caso di interlocutore più o meno socievole (molto socievole 62 millisecondi, ostile 65 ms).

"La ricerca - spiegano gli autori - ha analizzato il modo in cui la moralità degli individui influenza la capacità di muoversi in sincronia e come, nelle interazioni sociali quotidiane, si tende a imitare spontaneamente i movimenti altrui. Quando dobbiamo interagire con un'altra persona, infatti, vogliamo sapere prima di tutto se è onesta e sincera. Ma cosa succede quando ammette di aver messo in atto un comportamento disonesto? Quanto questa informazione può influenzare i comportamenti automatici, non consapevoli, che mettiamo in atto in sua presenza?".

"I risultati ottenuti - rispondono i ricercatori - mostrano che la difficoltà a coordinare i propri movimenti con quelli di persone disoneste rappresenta una strategia implicita e inconsapevole di allontanamento della minaccia sociale, per proteggere se stessi e gli altri ed evitare un 'contagio morale'".

3 marzo 2016 ADNKronos
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