Roma, 8 gen. (AdnKronos Salute) - "Questa situazione ha delle ripercussioni psicodinamiche e psicoanalitiche interne alle persone enormi, della massima importanza e gravità, in quanto vengono infranti a colpi di proiettile i limiti tra la morte e la vita. Una distinzione che contraddistingue i traguardi più fondamentali della civiltà occidentale: vengono messi in dubbio i pilastri della convivenza civile e l'identità personale di tutti noi", e in particolare "dei chi lavora nel mondo dell'informazione e della satira, minacciato nella propria identità culturale". Ad analizzare l'attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo ieri a Parigi, e le sue conseguenze sulla psiche delle persone, è lo psichiatra dell'università di Chieti, Massimo Di Giannantonio.
Si tratta dunque, ribadisce l'esperto, "per chiunque, ma in particolare per chi ogni giorno combatte per la libertà d'espressione, di cronaca e di satira come i vignettisti di Charlie, di una situazione di angoscia, paura, persecuzione, di assoluta instabilità e di grande pericolo. La radice della profondità di queste emozioni sta nell'incomprensibilità di fenomeni come questi e della loro inaccettabilità, dal punto di vista cognitivo, dunque razionale, ed emotivo, dunque inconscio".
"Le conseguenze - spiega ancora lo psichiatra - possono essere il panico, la perdita di ogni minima certezza sull'oggi e sul domani e il disorientamento su ciò che si deve fare, e su come lo si deve fare. E' in dubbio anche, nella nostra mente, chi è in grado di proteggerci da questo choc sia dal punto di vista somatico, corporeo, sia culturale e politico".
"Il rischio di questa situazione estrema - conclude - sono reazioni altrettanto estreme, che entrano dentro il solco di quanto è accaduto: nella nostra psiche è come se l'Occidente corresse il rischio di perdere se stesso". Secondo lo psichiatria, in queste ore "è come se ognuno si ritrovasse in un Paese ignoto, con un'identità ignota e un destino ignoto: che reazione devo avere, come posso comprendere, metabolizzare? Questo ci chiediamo tutti. E il più grande nodo è proprio riuscire a metabolizzare, accettare e superare questo. Sarà difficilissimo, al limite dell'impossibile superare tutto questo" come civiltà occidentale.