Salute

La protezione dei vaccini anti-covid potrebbe durare anni

I richiami in terze dosi dei vaccini anti-covid potenziano le difese immunitarie, ma per lungo tempo - forse persino anni - potrebbero non servire.

I richiami annuali dei vaccini anti-covid potrebbero non essere necessari, a meno che il virus non inizi a mutare in modo più evidente di come ha fatto finora. Tre diversi studi su durata ed efficacia della protezione offerta dai vaccini confermano che le difese attivate dalla doppia iniezione potrebbero durare anni, che la vaccinazione mista sembra provocare una risposta aumentata e che, se un giorno dovessero servire, i richiami in terza dose risvegliano in modo evidente anticorpi e altre cellule immunitarie. Vediamoli più nel dettaglio.

Efficacia protratta nel tempo. Il primo lavoro, pubblicato su Nature, conferma l'abilità delle difese immunitarie umane di tenere il passo con la capacità del virus di evolvere. Gli immunologi dell'Università di Washington a St. Louis hanno scoperto che a 15 settimane dalla prima dose dei vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna, i linfociti B (le cellule immunitarie che producono anticorpi specifici) presenti nei linfonodi si stavano ancora organizzando ed erano nel pieno dell'attività: invece di diminuire dopo 4 o 6 settimane, come si temeva potesse accadere, diventano sempre più sofisticati e imparano a riconoscere nuove sequenze virali, affinando le armi contro le varianti di coronavirus.

Più a lungo queste cellule si "allenano", più ampia e duratura risulterà la protezione offerta. Le persone immunizzate con doppia dose di vaccini a mRNA potrebbero quindi essere protette per anni (se si escludono pazienti con compromissione immunitaria o persone anziane).

Vaccinazione mista: forte protezione. Un secondo lavoro degli scienziati dell'Università di Oxford conferma che la vaccinazione mista produce una forte risposta immunitaria e potrebbe migliorare l'impatto della campagna vaccinale contro la capillare diffusione del virus. Secondo i ricercatori che da tempo indagano gli effetti di diverse combinazioni di vaccini sul sistema immunitario, la quantità di anticorpi generati contro il coronavirus varia a seconda del regime vaccinale seguito. Due dosi di Pfizer producono i più alti livelli di anticorpi, ma una dose di vaccino di AstraZeneca seguita da una dose di Pfizer genera una risposta praticamente della stessa portata (mentre altri abbinamenti parrebbero meno efficaci).

La vaccinazione mista, i cui effetti restano comunque da indagare su più grandi numeri, sembrerebbe avere un impatto significativo anche sulle cellule T, incaricate non di disattivare direttamente il virus come fanno gli anticorpi, ma di trovare e distruggere le cellule infette. Abbinare una dose di vaccino di AstraZeneca e una di Pfizer parrebbe fornire la più forte attivazione di questi linfociti.

Richiami: se servono, sappiamo che funzionano. Tutte queste conclusioni sembrano allontanare l'ipotesi di un richiamo di vaccini anti-covid per tutti nell'immediato futuro. Se un richiamo servirà, sarà a causa delle varianti e non per un esaurimento delle difese immunitarie. Ci stiamo comunque attrezzando: un terzo studio condotto su 90 volontari inglesi che avevano ricevuto nei mesi scorsi una doppia dose di vaccino di AstraZeneca ha evidenziato che una terza dose di richiamo potenzia in effetti la risposta contro il coronavirus. Nei volontari, che avevano ricevuto la seconda dose 30 settimane prima, il vaccino ha aumentato gli anticorpi portandoli sopra ai livelli raggiunti dopo un mese dalla seconda iniezione, e ha anche potenziato i linfociti T.

5 luglio 2021 Elisabetta Intini
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