Milano, 11 set. (AdnKronos 0Salute) - La chiamano 'Madre Teresa della Somalia' perché ha salvato 90.000 sfollati durante la carestia e la guerra civile del suo Paese. E' Hawa Abdi ed è la prima ginecologa della Somalia, una vita dedicata a proteggere la sua gente. Non solo offrendo cure e istruzione, ma anche battendosi per il riconoscimento dei diritti umani. Per questo nel 2012 è stata candidata al Nobel per la Pace e questo pomeriggio riceve a Milano il 'Pilosio Building Peace Award', premio dell'omonima associazione che mira a promuovere interventi concreti a forte impatto sociale. All'evento saranno presenti ospiti da tutto il mondo, con madrina d'eccezione l'attrice Sharon Stone: sarà lei a premiare 'Mama Hawa'.
Dopo aver studiato medicina a Kiev grazie a una borsa di studio dell'Unione Sovietica, Abdi, oggi 68enne, ha iniziato la sua carriera in Africa nel 1983 fornendo assistenza ginecologica gratuita in un piccolo ambulatorio vicino a Mogadiscio. Nei primi anni '90, con lo scoppio della guerra civile in Somalia, Mama Hawa ha aumentato l'impegno e gli spazi dedicati alla causa, creando un vero e proprio campo profughi. Da allora è sempre stata in prima linea nella difesa e protezione dei rifugiati, fornendo loro assistenza sanitaria e preoccupandosi dell'educazione dei ragazzi.
Oggi è a capo di una fondazione che porta il suo nome e la piccola clinica si è trasformata nell'Hawa Abdi Village, una vera e propria città che ha accolto migliaia di persone e dove sorge un ospedale con 400 posti. "Si può dire che abbia salvato una generazione - afferma Dario Roustayan, Ceo di Pilosio e presidente di Pilosio Building Peace, durante la presentazione del premio oggi nel capoluogo lombardo - Personaggi straordinari come Hawa Adbi sono fonte di grande ispirazione per il coraggio e la determinazione con cui hanno combattuto per i propri ideali".
L'associazione Pilosio Building Peace e la Hawa Abdi Fundation collaboreranno alla costruzione dell'Hope Village, uno spazio in cui l'azienda Pilosio fornirà le abitazioni componibili già sperimentate con i rifugiati siriani in un progetto simile, permettendo alla popolazione locale di assemblarle, personalizzando la propria casa.
"L'intenzione è quella di creare un modello di sviluppo sostenibile per la Somalia", dichiarano gli organizzatori che stimano che il progetto coinvolgerà 300 persone, con una ricaduta indiretta sulla vita di oltre 3.800 somali.
Per la figlia di Hawa Adbi, presente alla presentazione del progetto, "con Hope Village è possibile ricostruire un Paese. Le persone sono stanche della guerra e hanno bisogno di speranza".