Salute

Possiamo liberarci della covid senza un vaccino?

È davvero necessario un vaccino perché l'incubo pandemia finisca, o potremmo tornare alla vecchia normalità prima di averne uno? Le opinioni di quattro esperti.

La domanda che tutti abbiamo sulla bocca in questo periodo di pandemia è: finirà? E quando finirà? Se è vero che guardare al passato per prevedere il futuro non è del tutto corretto, quello che in molti sostengono è che, finché non ci sarà un vaccino (che, escludendo previsioni irrealistiche, tarderà ancora un po' ad arrivare), dovremo convivere con il coronavirus SARS-CoV-2 e la covid. È davvero così o c'è la possibilità di fermare la CoViD-19 anche senza il vaccino? The Conversation ha chiesto l'opinione di quattro esperti.

Sacrifici. «Credo che eliminare totalmente o quasi il coronavirus nel Regno Unito sia possibile», afferma Angharad Davies, professoressa di microbiologia alla Swansea University. Secondo l'esperta, la chiave sarebbe sacrificarsi nel medio periodo, affidandosi alle decisioni delle autorità e rispettando le restrizioni, per poi tornare a una normalità simile a quella che conoscevamo a inizio 2020: tutto questo, secondo Davies, sarebbe possibile «anche senza un vaccino».

Non aprite quel paese. Non è troppo distante la posizione di Lakshmi Manoharan, epidemiologa dell'università di Oxford, contraria a riaperture che giudica affrettate. «È fondamentale ridurre al minimo la diffusione del virus prima di riprendere l'attività sociale ed economica», afferma l'esperta. Manoharan ritiene che cercare di ripartire ora, in assenza di un vaccino e con la maggioranza della popolazione ancora non immune al virus, potrebbe causare una seconda, più estesa ondata di contagi: «Bisogna adottare misure restrittive: stabilire la quarantena per chi arriva dall'estero e testare, tracciare, e isolare i contatti dei nuovi casi».

Sotto controllo. Jimmy Whitworth della London School of Hygiene and Tropical Medicine ritiene che raggiungere quota zero nei casi di covid sia possibile, ma con risorse enormi: «La prima ondata è passata. Ora dobbiamo continuare a mantenere il distanziamento sociale, proseguire con i test a tappeto e tracciare i contatti degli infetti». Secondo Whitworth, quando il numero di nuovi casi giornalieri sarà sotto controllo, la vita sociale ed economica potrà ricominciare: stando a quanto suggerisce un gruppo di scienziati riunito sotto la sigla Independent Sage, che nel Regno Unito si pone come alternativa al comitato scientifico del governo, un nuovo caso per milione di abitanti sarebbe un buon punto di partenza.

Si può fare! Solo in apparenza più ottimista, ma di fatto sulla stessa linea, è Andrew Lee (università di Sheffield): «Debellare la covid è possibile e realistico», afferma, «ma è fondamentale avere volontà sociale e politica: la domanda che dobbiamo farci è "che cosa siamo disposti a pagare o sacrificare per raggiungere questo obiettivo?"».

Lee fa esplicito riferimento a un evento epidemico da virus Ebola che ha colpito la Liberia tra marzo e novembre del 2014, fermato non grazie al vaccino (che al momento non era disponibile) ma "all'enorme impegno congiunto di comunità locali e organizzazioni nazionali e internazionali": in quel caso furono le strategie di controllo e i cambiamenti di abitudini e comportamenti a fare la differenza.

Infine, ricorda Lee, nel mondo globalizzato in cui viviamo, anche lo sforzo dev'essere globale: eliminare il coronavirus solo in alcuni Stati non è sufficiente, poiché «i Paesi dove la malattia riprende vigore agirebbero come bacini dell'infezione e reinfetterebbero gli altri».

22 luglio 2020 Chiara Guzzonato
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