Milano, 19 gen. (AdnKronos Salute) - L'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere denuncia "il catastrofico fallimento dell'Unione europea nel rispondere ai bisogni umanitari di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015". Di più: le "politiche inumane" e un "approccio atroce e inaccettabile" che hanno segnato alcuni interventi sono sfociati in "veri e propri atti di violenza". Il duro 'j'accuse' è messo nero su bianco in un rapporto diffuso oggi a livello internazionale, in cui la Ong presenta la fotografia drammatica dell'impatto medico-umanitario delle politiche europee su "migliaia di persone in fuga", scattata durante le missioni e i progetti a favore dei migranti. Attività triplicate nel corso del 2015, sottolinea l'associazione.
"Non solo l'Ue e i governi hanno fallito collettivamente nell'affrontare la crisi, ma con le loro barriere e la risposta caotica ai bisogni umanitari delle persone in fuga hanno di fatto peggiorato le condizioni di migliaia di uomini, donne e bambini già vulnerabili", dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf. Attraverso le testimonianze dirette di operatori e pazienti, e i dati raccolti in decine di iniziative, il report 'Corsa a ostacoli verso l'Europa' mostra le conseguenze umanitarie delle decisioni europee e spiega come le politiche di deterrenza abbiano costretto Msf e altre organizzazioni ad aumentare drasticamente le proprie attività nei punti di ingresso all'Europa.
"Mai prima d'ora abbiamo dovuto avviare così tanti progetti in Europa o imbarcarci per salvare vite in mare. Mai prima d'ora abbiamo dovuto assistere così tanti disperati alle frontiere, curando le conseguenze fisiche e psicologiche dei drammatici viaggi, delle violenze subite e della mancanza di assistenza", incalza Federica Zamatto, responsabile medico progetti migrazione Msf. Durante l'anno appena concluso "i numeri dell'azione Msf per la migrazione in Europa sono triplicati - rileva la ong - Tra il 1 gennaio e il 15 dicembre, Msf ha effettuato oltre 100 mila consultazioni mediche e psicologiche sulle navi di ricerca e soccorso e nei progetti in Italia, Grecia e Balcani, e tra maggio e dicembre ha soccorso 23.747 persone in mare. In tutto Msf ha speso circa 31,5 milioni di euro e mobilitato 535 operatori umanitari per rispondere ai bisogni di rifugiati e migranti in Europa e nel Mediterraneo".
"Nel 2016 i Paesi europei devono fare un bilancio del costo umano delle loro decisioni - esorta Zamatto - assumersi le loro responsabilità e imparare dagli errori commessi per mettere al centro i bisogni dei più vulnerabili".
Il rapporto di Msf descrive "gli ostacoli che l'Europa e i governi europei hanno imposto lungo il percorso di oltre un milione di persone, la maggior parte delle quali in fuga da guerre e persecuzioni: mancanza di alternative alle pericolose traversate del mare, recinzioni di filo spinato per chiudere i confini, continui cambiamenti nelle procedure amministrative e di registrazione, condizioni di accoglienza del tutto inadeguate in Italia e Grecia, fino a veri e propri atti di violenza in mare e alle frontiere di terra".
L'associazzione stigmatizza "un approccio atroce e inaccettabile, che ha avuto conseguenze drammaticamente concrete sulla salute, sia fisica che psicologica, delle persone".
"E' appena iniziato un nuovo anno, ma sappiamo che nessuna politica restrittiva fermerà le persone dal cercare un futuro per loro stessi e le loro famiglie, anche a costo di rischiare la vita - riflette Stefano Argenziano, coordinatore progetti migrazione Msf - Chiediamo con forza all'Europa di smettere di giocare con le vite e la dignità delle persone e garantire un passaggio sicuro verso il continente".
"Questa crisi è tutt'altro che finita e l'assistenza resta del tutto insufficiente in Italia, Grecia e Balcani", avverte ancora Argenziano. "Nel 2015 gli Stati europei hanno attuato politiche inumane per proteggere i propri confini da persone vulnerabili. Speriamo che nel 2016 non dovremo più proteggere queste persone dalle politiche europee".
Msf rinnova la richiesta di un passaggio sicuro all'Europa attraverso "canali legali e sicuri per i richiedenti asilo (anche tramite la possibilità di chiedere asilo alle frontiere di terra e il ricorso facilitato a misure di riunificazioni familiari, visti umanitari e ricollocamenti); percorsi di migrazione legali per ridurre viaggi pericolosi e reti di trafficanti; un meccanismo ambizioso di ricerca e soccorso in mare, da effettuare vicino alle coste di partenza e con luoghi di sbarco predefiniti che garantiscano condizioni umane e assistenza medica; investimenti nell'accoglienza invece che nella deterrenza; schemi di ricollocamento più ambiziosi; l'eliminazione di violenze e abusi da parte delle autorità".
Alle persone in fuga l'organizzazione medico-umanitaria ha dedicato la campagna #Milionidipassi, per restituire dignità al tema delle migrazioni forzate e garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita.