Li chiamano "superager", e incarnano il sogno di molti: quello di arrivare a 90 anni con la memoria, e le doti cognitive di un cinquantenne. Ora l'analisi dei loro cervelli rivela un particolare curioso.
Queste persone non sono immuni dai segni biologici della malattia di Alzheimer; ma su di loro, le placche tipiche di questa forma di demenza non sembrano dare sintomi. Come se qualcosa proteggesse i loro neuroni dagli effetti tossici degli accumuli di proteine caratteristici della patologia.
Donati alla scienza. Alcuni ricercatori della Northwestern University di Chicago, Illinois, hanno analizzato post mortem il cervello di otto anziani dalla super memoria, arrivati agli ultimi giorni di vita con la lucidità di persone di mezza età. Gli scienziati si sono concentrati sull'ippocampo, una struttura cerebrale coinvolta nel funzione del ricordare, e sulla corteccia prefrontale, responsabile di altre importanti falcoltà cognitive.
Sorpresa. In tutti i cervelli analizzati sono stati trovati, distribuiti in vari gradi, placche beta-amiloidi e grovigli neurofibrillari. Le prime sono depositi di proteine e materiale cellulare intorno ai neuroni; i secondi sono fibre intrecciate che si formano all'interno delle cellule nervose. Entrambe queste strutture si trovano in abbondanza nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer.
Immuni dalle conseguenze? Due dei cervelli di superager esaminati presentavano quantità di placche e grovigli paragonabili a quelle di un paziente con Alzheimer in fase avanzata. Eppure, il numero di neuroni di queste persone è apparso molto più consistente di quello dei malati, come se qualcosa avesse protetto le cellule nervose dagli effetti tossici associati a questi depositi di materiale nel cervello.
Avvantaggiati. Forse - ma è solo un'ipotesi - i superager partono da un numero di neuroni più alto rispetto ai coetanei: può darsi che anche loro inizino a perdere lucidità, ma che lo facciano più lentamente.
Cambio approccio. Lo studio sottolinea un fatto che si sospetta da tempo: ossia che placche e grovigli possano non essere la causa diretta dell'Alzheimer. Anziché concentrarsi soltanto sulla loro eliminazione, bisognerà capire quali siano i fattori che proteggono i superager, e se possano essere estesi ad altri.