Tutti sappiamo bene che la troppa fame ci rende un po' nervosetti, fino a diventare persino irascibili. Possibile che oggi, a milioni di anni di distanza dal primo ominide, col 5G, gli smartphone e l'acqua calda, tirarla in lungo senza mettere nulla in bocca ci faccia questo scherzo? Sì, ci dice la scienza, perché non è questione di evoluzione e cultura, ma di chimica: la mancata assunzione di cibo per un tempo prolungato provoca nel flusso sanguigno una carenza di diversi nutrienti, tra i quali il glucosio. Il cervello, strettamente dipendente dal glucosio per mantenersi attivo, ne interpreta la riduzione come una minaccia per la sopravvivenza e quindi aumenta la produzione di ormoni come l'adrenalina (che tra l'altro porta aggressività), che innalzano i livelli di glucosio nel sangue.
Inglesi arrabbiati. Nel mondo anglosassone esiste una parola per definire il nervosismo da digiuno: hangry, un mix tra hungry (affamato) e angry (arrabbiato).
«A differenza di molti altri organi - spiega Amanda Salis, dell'Università di Sydney - il cervello dipende dal glucosio per lavorare. Quando si ha fame le cose semplici possono diventare difficili, si fanno errori stupidi, i movimenti rallentano e anche le parole possono diventare confuse. Ed è anche è più difficile sopportare gli altri...»