Se vi sembra di dover correre al bagno nelle situazioni meno indicate, non siete soli: lo stress può rendere lo stimolo a far pipì ancora più impellente. Ma perché accade?
In una situazione di tranquillità, quando non siamo agitati, la vescica è rilassata e pronta a raccogliere l'urina prodotta dai reni. Al contrario lo sfintere esterno, un muscolo che serve a impedire la minzione, è contratto e si assicura che non ci siano "perdite" indesiderate.

Un bagno. Ora! Una vescica in salute riesce a trattenere circa due tazze (473 millilitri) di urina. Quando è piena, manda un segnale al cervello attraverso il midollo spinale per avvertire che è "arrivato il momento".
Quando siamo pronti per liberarci, la vescica si contrae, lo sfintere esterno si rilassa e l'urina può fuoriuscire. Una situazione di stress o agitazione può però interferire con questo meccanismo. Il motivo non è del tutto chiaro, ma le ipotesi principali sono due.
In pericolo. La prima è che lo stress ci pone in una situazione di "attacco o fuga": l'adrenalina liberata può far ricevere lo stimolo come più urgente del solito, o anche incrementare la produzione di urina da parte dei reni. In pratica il sistema nervoso centrale opera a un più alto livello di sensibilità, e impiega meno tempo ad attivare il riflesso.
Ipercontratti. Una seconda ipotesi è che la tensione muscolare generale faccia contrarre anche il muscolo-vescica, rendendo necessaria una tappa al bagno. Ecco perché quando proprio non si può far pipì, la cosa migliore da fare - purché controintuitiva - è provare a distrarsi e rilassare i muscoli di tutto il corpo.