Fateci caso: Micheal Phelps ha dei grandi (e inquietanti) cerchi rossi sulla schiena. Anche altri atleti, soprattutto americani, ce l’hanno in altre parti del corpo.
Non sono succhiotti (peraltro enormi), ma qualcosa di simile: sono il risultato della coppettazione (o cupping), una antica forma di medicina cinese molto simile all'agopuntura - si stima possa risalire al 3.000 a.C. sebbene le prime testimonianze certe risalgono al II secolo d.C.
La tecnica prevede la formazione di una zona di bassa pressione all'interno di coppette di vetro che vengono applicate sulla pelle per alleviare varie forme di dolore; non ha solide basi scientifiche ed è diffusa in molte parti del mondo, dall'Egitto all'Italia del sud. L'applicazione delle coppette
di vetro dovrebbe richiamare sangue alla pelle e migliorare la circolazione.
Chi la usa e perché? La tecnica viene utilizzata dagli atleti per alleviare i dolori muscolari dovuti agli intensi allenamenti e allo stress delle competizione. Non è l'unica tecnica di recupero della fatica sportiva, naturalmente. Ci sono anche massaggi, saune, bagni di ghiaccio e fasce di compressione, ma secondo il ginnasta statunitense Alex Naddour la coppettazione è stato il trattamento più efficace per togliere il dolore muscolare.
La nuotatrice statunitense Natalie Coughlin mentre riceve il trattamento della coppettazione.|
Sotto vuoto. Ma come si forma il "vuoto" nelle coppette? Si può procedere in due modi: o attraverso il calore di una fiamma o meccanicamente. Il primo metodo è il più antico e l'unico utilizzato fino a qualche anno fa e consiste nell'introduzione nella coppetta di un fiammifero acceso per alcuni decimi di secondo, in modo da determinare la fuoriuscita dell'aria formando appunto un vuoto, dopodiché si applica immediatamente la coppetta sulla cute.
Utilizzando invece il metodo più moderno, è necessario disporre di un apposito strumento meccanico da applicare alla coppetta mediante una valvola; una volta fissata sulla pelle, si aziona la leva dello strumento per attirare l'aria contenuta all'interno della coppetta creando così il vuoto. In tal modo la cute viene attirata nella coppetta (come ben si vede nella foto qui sotto) e la sua risalita è tanto maggiore quanto più si agisce sulla leva dello strumento.
Quando la coppetta è fissata alla cute, si stacca lo strumento dalla coppetta lasciando questa sulla pelle per il tempo stabilito.
Le coppette sono realizzate in vetro o ceramica o ancora bambù, hanno un diametro di circa 5 centimetri e vengono applicate solo in determinate zone della cute.
L’effetto terapeutico è efficace solo contro il dolore (soprattutto dopo una botta o dopo colpi di freddo) e il trattamento non è doloroso, ma soltanto un po' fastidioso: la sensazione che si prova nella zona sottoposta al sottovuoto è di pressione e calore; i segni che le coppette lasciano sulla cute sono un po' inquietanti, ma non fanno male. E una volta che le coppette vengono tolte (di solito dopo 10 minuti), la sensazione di calore rimane per un po'.
Niente prove. Tuttavia, la coppettazione non ha una base scientifica e le prove che sia efficace sono molto deboli. Non ci sono studi che, applicando il metodo scientifico, abbiano messo alla prova l'antica tecnica cinese.