No, i capelli sono composti da cheratina, una proteina chimicamente inattiva e assolutamente non nociva se digerita. Se dunque trovate un capello nel piatto, non rischiate di morire (ma fa schifo lo stesso). La cheratina, addirittura, viene comunemente usata dalle industrie alimentari per rendere i cibi più saporiti.
Disturbi seri? Solo ingerendo tanti capelli
Sottolinea Maria Colavincenzo, dermatologa e tricologa presso la Northwestern University: «A creare qualche disturbo gastrointestinale potrebbero essere i batteri streptococco e strafilococco, ma sarebbe necessaria una quantità ben più consistente rispetto a quella nascosta su un solo capello. Ecco perché non ci si deve preoccupare: per avere disturbi seri bisognerebbe ingerire intere ciocche» spiega a Popular Science. E rassicurazioni in merito arrivano anche dalla FDA americana (Food and Drug Administration), alla quale non sono mai giunte segnalazioni da persone che si sono ammalate per aver ingerito capelli.
Penne d'anatra
Infine, un dato curioso e poco noto: molte aziende alimentari utilizzano un aminoacido della cheratina (L-cisteina) per stabilizzare la pasta e per far sì che il gusto del salato venga maggiormente avvertito dalle papille gustative. E proprio la L-cisteina può essere prodotta sinteticamente, ma anche da penne d’anatra o da capelli umani (vengono fatti bollire in acido cloridrico).
Ecco dunque spiegato come mai negli standard stabiliti dalla FDA per i cosiddetti "errori naturali o inevitabili” non si faccia cenno ai capelli. Non solo: si ammette anche la presenza di vermi nelle lattine di pomodoro. Attenzione, però: non più di due.
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