Perché gli uomini con l’età che avanza vanno incontro a tutta una serie di inconvenienti che tendono a indebolirli, colpirli in particolari parti del corpo, farli star male e infine ucciderli? Non certo per fare spazio alle generazioni successive, come riteneva il poeta latino Lucrezio. Gli evoluzionisti ritengono infatti che tutto ciò che ci accade debba essere per il bene dei singoli individui o dei loro geni, non certo dell’intera specie.
Tra gli altri George Williams (1926 – 2010), un grande studioso del secolo scorso, la spiega così.
La senescenza, ragionava Williams, come tanti altri tratti del corpo è una caratteristica dovuta all’evoluzione, visto che è presente in tutti gli individui di una specie; come gli occhi, un braccio, o il cervello. E se c’è, ipotizzava, deve esserci anche una ragione per la sua presenza. Visto che il suo effetto sui corpi dei singoli individui non è certo positivo (si diventa fragili, sottoposti a malattie organiche e disordini mentali), perché la selezione naturale non l’ha eliminata?
Geni giovani e vecchi. Williams ragionava che le persone anziane non possono avere geni diversi dai giovani: sono gli stessi che controllano la struttura dei muscoli, la produzione di energia, il metabolismo e l’immunità. L’unica differenza sono i corpi in cui si trovano i geni stessi: i giovani devono dedicarsi soprattutto alla riproduzione, e i geni fanno di tutto per spingere in quella direzione. Se poi questi stessi geni hanno un effetto negativo sulla sopravvivenza della persona anziana, alla selezione naturale non importa. Sono fondamentali infatti solo i momenti passati nell’età riproduttiva, quando l’individuo può passare i suoi geni alle generazioni successive. Questa spiegazione è un caso esemplare di compromesso tra adattamenti evolutivi differenti: in questo caso riproduzione e lunghezza della vita.
Si invecchia per fare figli. In base al ragionamento di Williams, l’invecchiamento è un sottoprodotto di alcuni adattamenti e della selezione naturale. Insomma, se i nostri corpi non invecchiassero, probabilmente non saremmo così vigorosi, e soprattutto fecondi, quando siamo giovani.
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