Dopo la pandemia di covid abbiamo capito che il discorso è un po' più complesso. Ma da sempre, in estate, ci si ammala di meno, a parte i soliti raffreddori causati spesso da sbalzi di temperatura che colpiscono quando si passa dal caldo esterno ad ambienti dove l'aria condizionata è eccessiva.
Sta di fatto che l'estate è la stagione dell'anno che ci fa stare meglio perché ci sono meno occasioni di "condividere" virus e batteri. Nei mesi più freddi e con meno luce, infatti, le persone passano più tempo a contatto in ambienti umidi e con scarsa aerazione; questo crea una nicchia perfetta per la proliferazione dei microrganismi e per la loro trasmissione.
Una ricerca dell'Università di Cambridge ha sfatato definitivamente il mito che in inverno il nostro sistema immunitario si "congeli" lasciando campo libero ai virus: tutt'altro.
Nei Paesi equatoriali. Lo studio ha coinvolto 16.000 persone e rivelato che il sistema immunitario si attiva maggiormente in inverno per chi vive nell'emisfero boreale e nel corrispettivo dei nostri mesi estivi per chi risiede nell'emisfero australe.
La differenza è più marcata a latitudini estreme, come in Islanda, dove in estate ci sono quasi 24 ore di sole (e di buio in inverno), mentre nei Paesi equatoriali, dove le stagioni sono meno distinte, i geni risultano comunque più attivi nelle stagioni delle piogge, da giugno a ottobre.