Immaginatevi di svegliarvi ogni mattina e avere la sensazione di rivivere la stessa giornata: non è (solo) la trama del film Ricomincio da capo (1993), ma quanto è successo per anni a un ottantenne affetto da una rara patologia connessa alla malattia di Alzheimer.
L'uomo, il cui caso è dettagliato in uno studio pubblicato su BMJ Case Reports, si rese conto che qualcosa non andava quando constatò che il suo lettore ebook mostrava sempre la stessa pagina del libro. Quando lo portò a riparare, però, il tecnico gli assicurò che l'apparecchio funzionava perfettamente. Chiese a un esperto di riparargli anche la tv, sostenendo che il tg trasmetteva sempre le stesse notizie: «Ovunque vada, trovo sempre le stesse persone sul marciapiede, le stesse macchine sulla strada, gli stessi conducenti con gli stessi abiti, che dicono le stesse cose», spiega il paziente.
Già vissuto. Dopo aver analizzato il caso, i ricercatori hanno concluso che si tratterebbe di un caso di "déjà vécu" (già vissuto in francese), una malattia rara descritta per la prima volta nel 1896 come "forma patologica di déjà vu".
A differenza del più conosciuto déjà vu, che dà l'impressione di aver già visto una cosa che sta accadendo, il déjà vécu è la sensazione persistente di rivivere in continuazione ogni evento della vita.
LE ORIGINI DELLA MALATTIA. Le cause della malattia non sono del tutto chiare, ma secondo alcuni sarebbero da ricondurre a una disfunzione dell'ippocampo, la parte del cervello che aiuta a convertire i ricordi a breve termine in memorie a lungo termine.
Un'analisi neuropsicologica dell'uomo ha rivelato perdita di memoria, comportamento impulsivo e declino cognitivo; le scansioni cerebrali hanno evidenziato un'attività inusualmente bassa del lobo temporale sinistro e frontale, oltre a diverse anomalie nella parte destra.
Connesso all'Alzheimer. Questa patologia si riscontra a volte in malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, in cui le cellule del sistema nervoso smettono di funzionare e infine muoiono.
I test condotti dagli autori hanno infatti evidenziato dei segni di Alzheimer nel cervello del paziente: nel liquido cerebrospinale hanno trovato un ridotto livello di proteina beta-amiloide 42, e altissimi livelli di proteina tau – entrambi spie della malattia.
Un CASO SIMILE. Quello dell'ottantenne non è l'unico caso conosciuto di déjà vécu: uno simile era stato descritto nel 2021 e riguardava una donna olandese di 84 anni che si avvicinava a sconosciuti in strada convinta che fossero conoscenti.
Questo studio, tuttavia, è il primo a documentare l'attività cerebrale con delle scansioni, ad analizzare il liquido cerebrospinale del paziente e a includere diversi test neuropsicologici.
Nonostante l'uomo sia stato sottoposto a immunoterapia, una cura normalmente utilizzata per distruggere le cellule maligne di un tumore, la situazione non è migliorata, e il paziente ha continuato a mostrare segni di Alzheimer per i successivi quattro anni.