Roma, 18 ott. (AdnKronos Salute) - La mamma è 'oversize' già prima della gravidanza? Il bimbo nascerà con un'età biologica maggiore del normale. In pratica, potrebbero essere considerati 'più vecchi' dei loro coetanei con madri in forma. A indicare per la prima volta un legame fra indice di massa corporea (Bmi) materna e lunghezza dei telomeri - biomarker dell'età biologica - nei neonati, è uno studio pubblicato sulla rivista 'Bmc Medicine', che ha coinvolto 743 mamme fra i 17 e i 44 anni di età con i loro figli, condotto da ricercatori dell'Università di Hasselt, in Belgio.
I telomeri sono le strutture poste alle estremità dei cromosomi. Sono essenziali per mantenere la stabilità del genoma di una persona, in quanto proteggono i cromosomi dalla degenerazione. La lunghezza dei telomeri, misurata dal numero di coppie di basi di Dna che occupano, è direttamente legata al numero di volte che una cellula può dividersi nella sua vita.
Così, telomeri più lunghi consentono alle cellule di dividersi più spesso, ed è proprio questo il collegamento che esiste tra la lunghezza dei telomeri e l'età biologica. E se è noto che questo indicatore è associato a malattie cardiovascolari negli adulti, finora la ricerca sui telomeri nei neonati era davvero limitata. Ci ha pensato il team guidato da Tim Nawrot.
Studi precedenti avevano dimostrato che le persone normalmente perdono da 32,2 a 45,5 paia di basi di Dna dei telomeri all'anno in età adulta. Il gruppo di ricerca ha rilevato che per ogni aumento di un punto nel Bmi delle madri, i telomeri nei bambini risultavano di circa 50 paia di basi più corti. Secondo i ricercatori, questo accorciamento è equivalente alla lunghezza che le persone normalmente perdono in 1,1-1,6 anni di vita adulta, e può aumentare il rischio di malattie croniche in età adulta.
"Rispetto ai nati da madri con un indice di massa corporea normale - commenta Nawrot - i bebè di donne obese sono più 'vecchi' dal punto di vista molecolare, perché la lunghezza dei loro telomeri si accorcia e questo significa che le loro cellule hanno una durata di vita inferiore. Il mantenimento di un sano Bmi durante l'età riproduttiva di una donna, dunque, può favorire la longevità molecolare nella prole. L'impatto sulla salute pubblica dei nostri risultati potrebbe essere davvero notevole, dato che nelle società occidentali oggi circa il 30% delle giovani in età fertile risulta in sovrappeso". I ricercatori concludono evidenziando che lo studio potrebbe comunque essere limitato per la mancanza di informazioni sul potenziale ruolo del Bmi paterno.