Roma, 7 ott. (AdnKronos Salute) - Panino a scuola, il 54% degli operatori sanitari lo ritiene un fenomeno da contrastare per possibili problemi igienico-sanitari, nutrizionali e per le ricadute educative; viceversa, il 23% lo ritiene un sistema innovativo da incoraggiare, ma con opportune linee-guida per le famiglie; il 22% una modalità da gestire con opportuni accorgimenti a tutela degli alunni. "La mensa scolastica sostituita con il pasto portato da casa sconfessa linee guida internazionali e documenti ministeriali", commenta il presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), Carlo Signorelli.
La società scientifica ha effettuato un sondaggio su circa 200 operatori di sanità pubblica italiani, dopo la sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Torino che consente di consumare cibo portato da casa in alternativa a quello distribuito nelle mense scolastiche. Per Signorelli, questa possibilità "introduce seri rischi di natura igienico-sanitaria, ma soprattutto nutrizionale rispetto al fenomeno della malnutrizione, del sovrappeso e dell'obesità infantile che è uno dei maggiori problemi sanitari del nostro Paese".
"Le mense scolastiche hanno un'importante funzione pedagogica, sociale e di educazione alimentare per gli oltre due milioni di alunni italiani che le frequentano - aggiunge Elena Alonzo, direttore del Servizio di igiene e della nutrizione-Sian di Catania - e numerose evidenze scientifiche attestano come i bambini che la utilizzano abbiano abitudini alimentari più salutari rispetto ai coetanei che non hanno questa opportunità".
"Qualora scuole e servizi di igiene nutrizionale si trovassero a gestire questo fenomeno soprattutto dopo sentenze giudiziarie - aggiunge Emilia Guberti, direttore del Sian di Bologna - occorre che i pasti portati da casa vengano conservati in ambienti e a temperature idonee in modo da evitare contaminazioni o deterioramento degli stessi e una stretta sorveglianza da parte di personale scuola affinché ciascuno consumi il proprio pasto anche per prevenire problemi di allergie o intolleranze. Per il resto auspico più collaborazione sinergica tra Asl, scuole, genitori, aziende di ristorazione ed enti locali affinché l'offerta alimentare scolastica sappia conciliare salute, gusti degli utenti e sostenibilità".
"Accanto agli inconvenienti segnalati - avverte Signorelli - questa modalità trasmette anche un messaggio negativo, creando discriminazione tra coloro che possono permettersi la mensa e i meno fortunati che si devono accontentare della soluzione domestica. Per un messaggio educativo alimentare efficace tutti i bambini devono sentirsi eguali di fronte al pasto. E' chiaro che da ciò deriva la necessità di fornire pasti a prezzi accessibili a tutti, il che potrebbe essere favorito da un'impostazione della composizione semplificata ricorrendo ad alimenti della dieta mediterranea più economici".
"Sulle sentenze il mondo scientifico si deve adeguare, senza mancare però di sottolineare a chiare note le criticità che ne potrebbero derivare. E magari chiedendo ai giudici la postilla che al diritto di portare il panino da casa si aggiunga l'obbligo della certificazione igienico-sanitaria e nutrizionale", conclude.