È un must per tecnostressati e Internet-maniaci, ma ora sembra che il Wi-Fi potrebbe rivelarsi un'insidia per il cervello dei bambini che smanettano con il tablet dei genitori. Uno studio piuttosto controverso, ma che sta facendo il giro del mondo, suggerisce a mamme e papà di cercare di limitare l'esposizione della prole al Wi-Fi, per il timore che le radiazioni possano danneggiare la loro salute. Lo studio, pubblicato sul Journal of Microscopy e Ultrastructure, sostiene che i bambini assorbono più radiazioni degli adulti. Per questo le insidie, per loro, sarebbero maggiori.
I feti poi, stando al lavoro, sarebbero i più vulnerabili di tutti, tanto i ricercatori consigliano alle donne in attesa di non portare addosso, nei vestiti o in tasca, i telefoni cellulari. «I bambini assorbono più micronde rispetto agli adulti perché i loro tessuti cerebrali sono più "assorbenti", i loro crani sono più sottili e la loro dimensione relativa è più piccola», si legge nel lavoro.
Potenze troppo basse. Ma l'allarme non vede tutti d'accordo, noi per primi. La britannica Health Protection Agency sta monitorando da tempo la sicurezza la sicurezza del Wi-Fi. Secondo i dati i segnali radio emessi dai dispositivi hanno una potenza molto bassa. Secondo diverse ricerche, sedere vicino a un dispositivo Wi-Fi per un anno equivale a ricevere la stessa dose di onde radio di una chiamata di 20 minuti al telefonino.
Il WI-FI nuoce alla salute? No, stando alle attuali risultanze degli studi epidemiologici sulle radiazioni elettromagnetiche. I comuni router infatti emettono a potenze basse, di norma 100 milliwatt, molto inferiori per esempio a quelle dei telefoni cellulari (1 watt circa, in standby). In pratica, significa che già a 50 cm dal punto di origine la potenza del segnale è misurabile solo con strumenti estremamente sensibili: tanto è vero che a volte un solo apparecchio wi-fi non riesce a coprire tutte le stanze di una casa con il proprio segnale. La possibile pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche del Wi-Fi è stata considerata non rilevante da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità: in un documento del 2006 si legge che… “tenuto conto dei livelli di esposizione molto bassi… non ci sono prove scientifiche convincenti che le emissioni elettromagnetiche da apparati wireless abbiano effetti dannosi per la salute”.
Che senso ha questo studio? La ricerca ricorda che le stesse case produttrici di computer portatili e tablet suggeriscono di non superare la distanza minima dal corpo di 20 cm e raccomanda alle donne incinte di non portare addosso, nei vestiti o in tasca, i telefoni cellulari.
Una precauzione in più che non fa male. Ma senza inutili allarmismi.