Salute

Pediatria: contro la dislessia arriva Tachidino, dinosauro amico

Gioco-terapia messo a punto dai ricercatori italiani dell'Irccs Medea

Milano, 22 set. (AdnKronos Salute) - Vincere la dislessia giocando con Tachidino il dinosauro. Promette di migliorare le abilità di lettura e scrittura dei bambini alle prese con il disturbo specifico di apprendimento il nuovo software messo a punto dai ricercatori dell'Irccs Eugenio Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco), presentato oggi a Milano all'interno della manifestazione 'BioNike per il sociale'. Lo strumento si può utilizzare direttamente sul pc di casa in versione 'Free'. Mentre in versione 'Labs', associato all'intervento di un operatore qualificato nella riabilitazione della dislessia, diventa una nuova arma terapeutica.

Il software si basa su 2 principi la cui rilevanza ed efficacia contro i disturbi dell'apprendimento sono state ampiamente documentate nella letteratura scientifica internazionale - spiegano dalla Nostra Famiglia - e ai quali ha dato un importante contributo proprio la ricerca italiana. Il primo è il 'Balance Model' di Dirk Bakker, che prevede la stimolazione dell'emicampo visivo destro o sinistro a seconda del tipo di dislessia diagnosticata; il secondo è l'allenamento dell'attenzione selettiva visuospaziale, della gestione del movimento rapido e dell'affollamento visivo, in base a una teoria che collega le difficoltà di lettura a un deficit nella percezione del movimento e nella localizzazione degli oggetti nello spazio.

Ma come funziona il gioco? L'obiettivo è aiutare Tachidino il dinosauro a catturare uno tipo di bon bon colorato che sbuca all'improvviso e percorre traiettorie vivaci e casuali. Solo uno di questi dolcetti è il bon bon a spirale di cui va ghiotto Tachidino, mentre tutti gli altri gli rovinerebbero i denti. Quando il bambino cattura il bon bon giusto, compare per brevissimo tempo una parola da leggere e da suggerire a Tachidino: se il suggerimento è corretto il dinosauro può mangiare il dolcetto. Difficoltà delle parole, lunghezza, forma e tipologia, tempo di visualizzazione sullo schermo variano in relazione a specifici parametri che possono essere personalizzati in base alle caratteristiche di lettura del bimbo, così da allenarlo a potenziare le aree in cui mostra le difficoltà maggiori.

Tachidino è disponibile in una versione base, Free, che consente un allenamento a gioco libero. Il percorso è gestito da un algoritmo predefinito, in grado di adattarsi ad alcune caratteristiche del bambino, rilevate dal sistema in base ai risultati ottenuti giocando. Il genitore può scegliere anche di contattare un operatore qualificato, formato all'uso di questo strumento, all'interno del network 'operatori Tachidino'. Nella versione Labs lo specialista, in base al profilo di lettura del bambino, imposta e personalizza i sofisticati parametri che definiscono il tipo di esercizio, gli ambienti e le caratteristiche dello stimolo, e può monitorarli tramite collegamenti via web o in studio.

"La nuova piattaforma informatica online nasce dall'applicazione dei dati di ricerca raccolti in più di 15 anni di studi sulla riabilitazione della dislessia, coniugati con le tecnologie più avanzate di gestione a distanza degli utenti e di regolazione delle proposte mediante algoritmi di apprendimento e autoaggiornamento", sottolinea la responsabile del progetto Maria Luisa Lorusso, neuropsicologa presso l'Istituto scientifico Medea.

"E' un modello di lavoro che trasferisce i risultati della ricerca direttamente nelle case della gente - evidenzia Massimo Molteni, responsabile della clinica e della ricerca in psicopatologia presso il Medea - E' pensato per essere dalla parte del bambino perché è gioco, da fare in casa, magari assieme a mamma e papà, per conciliare le esigenze organizzative di ogni famiglia. Ma è anche lavoro abilitativo importante, perché conserva le caratteristiche utili a migliorare le abilità di lettura. E’ disponibile per tutti perché utilizza le enormi potenzialità dei sistemi web. E' un frammento delle future smart cities che siamo chiamati a costruire: perché siano dalla parte dei più fragili, cioè dalla parte di tutti noi".

22 settembre 2016 ADNKronos
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