Roma, 15 giu. (AdnKronos Salute) - Bimbi che strizzano gli occhi, si lamentano per il mal di testa, non vedono bene la lavagna e non salutano gli amichetti da lontano. "Dai 3 ai 14 anni circa il 13% dei bambini porta gli occhiali perché non vede bene. Parliamo di circa 900 mila piccoli, costretti per via della crescita, ma anche per incidenti, traumi o perché l'occhiale viene smarrito, a rifare la montatura in media una volta l'anno". Lo riferisce all'AdnKronos Salute il pediatra di Milano Italo Farnetani, che ha condotto una piccola indagine fra insegnanti e pediatri. E stima in "72 milioni di euro l'anno la spesa a carico delle famiglie solo per rifare le montature".
"Se gli occhiali sono ben fatti e su misura, il bambino li porterà volentieri perché così vede meglio. Ciò non toglie che spesso in caso di attività fisica gli occhiali vengono sfilati e messi nello zaino, per evitare di romperli. In questo caso il bambino finisce per vedere peggio e questo incide sulla sua prestazione e soprattutto sull'autostima. Ecco perché suggerisco di valutare l'uso delle lenti a contatto fin da piccoli, per consentire al bambino di muoversi in sicurezza, vedere bene, ottenere buoni risultati nello sport e non sentirsi a disagio", spiega Farnetani.
Certo "è importante curare l'igiene: ecco perché si può pensare alle lentine usa e getta, che si possono impiegare comodamente mentre si fa sport. Il bambino vedrà bene e la sua performance non ne risentirà. La 'vita' breve di queste lenti inoltre riduce il rischio di infezioni e contaminazioni", prosegue Farnetani.
Se oggi ci sono tanti occhiali sul naso dei piccoli italiani, il pediatra è convinto che soprattutto in estate dovrebbero essercene ben di più. "Mancano almeno 6 milioni e 700.000 occhiali da sole. I bambini italiani infatti non li portano quasi mai, a differenza dei genitori che, forse più per moda che pensando alla salute degli occhi, a volte non li tolgono nemmeno in penombra. Ebbene, è importante proteggere anche la vista dei piccoli, che farebbero bene a prendere a modello i genitori", conclude il pediatra.