Salute

Variante BA.2, la "sorella" silenziosa di Omicron

Che cosa sappiamo sul ceppo BA.2 di Omicron, ora in crescita: più trasmissibile, non dà sintomi più gravi.

La sottovariante BA.2 di Omicron sta salendo ora agli onori della cronaca, ma non è una novità: gli scienziati che si occupano di sorveglianza genomica la conoscono dai primi di dicembre, da quando Omicron ha ufficialmente iniziato la sua corsa al galoppo nel mondo. All'inizio la diffusione di questo ceppo, che si distingue dall'Omicron originale BA.1 per circa 40 mutazioni, era così contenuta che BA.2 pareva destinata a scomparire. Ma a distanza di otto settimane il panorama è cambiato e la sottovariante, in piena espansione in Europa e in Asia, sembra determinata a prevalere sulla "sorella".

Dove si è diffusa. Anche se Omicron BA.2 rappresenta meno del 3% dei casi di virus sequenziati nel database globale GISAID, è stata ormai individuata in 57 Paesi, è probabilmente dominante in India e lo è di certo in Danimarca, dove è responsabile ormai dell'82% dei casi di covid; inoltre corre veloce nel Regno Unito (9% dei casi) e negli USA (8%). Danimarca e UK sono - è sempre bene ricordarlo - in prima linea nel monitoraggio dei cambiamenti genomici del virus: non è che i casi siano più diffusi in quei Paesi, è solo che lì si cerca meglio.

Perché invisibile. Come spiegato sul Guardian, la versione BA.1 di Omicron è stata più semplice da tracciare rispetto alle altre varianti per una caratteristica speciale: le manca uno dei tre geni bersaglio usati nei tamponi molecolari "classici" per scovare i virus. Quando un tampone a tecnica PCR trova nel campione questa caratteristica, si assume si tratti di variante Omicron BA.1. La sottovariante BA.2 non ha lo stesso gene mancante e va monitorata con un sequenziamento completo come le varianti precedenti. Ecco perché a volte viene definita stealth, invisibile. I tamponi rapidi la trovano come sempre, nel senso che rilevano la positività (ma non indicano per quale variante).

Diversa... ma quanto? Sotto al cappello "Omicron" l'OMS raggruppa diverse sottovarianti geneticamente vicine, ma caratterizzate ciascuna da mutazioni genetiche che potrebbero alterare il comportamento del virus: oltre alla BA.1, responsabile dell'ultima ondata pandemica globale, ci sono la BA.2, la BA.1.1.529 e la BA.3. La questione della vicinanza genetica è in realtà discussa: come Thomas Peacock, virologo dell'Imperial College London, fa notare su Science, tra i ceppi BA.1 e BA.2 ci sono quasi tante discrepanze genetiche quante quelle che separano le varianti precedenti Alpha, Beta e Gamma. La maggior parte di queste differenze si trova su un'area della proteina spike presa di mira dagli anticorpi, il dominio N-terminale.

Ma capire come queste mutazioni cambino il comportamento di SARS-CoV-2 non è semplice.

Più trasmissibile. Le indagini preliminari su BA.2 ottenute in UK e Danimarca indicano che questa sottovariante è più trasmissibile della già contagiosissima BA.1, ma che fortunatamente non sembra dare sintomi più gravi. In Danimarca nonostante la sua massiccia diffusione calano ricoveri ospedalieri e numero di pazienti in terapia intensiva, infatti il Paese - che ha circa l'82% di vaccinati - ha di fatto abbandonato quasi tutte le misure anti-covid in atto altrove.

In base a un vasto studio danese sulla trasmissione di Omicron in famiglia, nelle case dove un individuo rimanga contagiato da Omicron BA.1 si infettano in media il 29% dei familiari; se a entrare è invece la variante BA.2 rimane contagiato il 39% dei conviventi. Un'analisi preliminare della UK Health Security Agency conferma la maggiore trasmissibilità.

Il rapporto coi vaccini. I ricercatori danesi hanno rilevato una maggiore capacità di BA.2 di aggirare le difese procurate dai vaccini; per quelli britannici, la protezione dalle infezioni sintomatiche per vaccinati con due o tre dosi rimane elevata per BA.1 e BA.2 (63% e 70%). Nota positiva, i vaccinati sembrano trasmettere la BA.2 meno spesso relativamente alla BA.1. I non vaccinati la trasmettono ai familiari 2,6 volte in più rispetto al vecchio ceppo di Omicron.

Ci si può reinfettare? Non è chiaro se chi è rimasto contagiato da Omicron BA.1 risulti protetto da un'infezione data dalla variante "sorella". Al momento la protezione offerta da una precedente infezione da Omicron non sembrerebbe ottimale, il che potrebbe provocare una lunga coda di casi in questa ondata o un'andamento a "doppia gobba di cammello" della curva epidemica. 

Sul perché una sottovariante apparentemente più trasmissibile si stia diffondendo a macchia d'olio soltanto ora ci sono al momento soltanto alcune ipotesi. La più convincente sostiene che BA.2 sia uscita più tardi dal Sudafrica, dove entrambi i ceppi sono stati inizialmente individuati.

1 febbraio 2022 Elisabetta Intini
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