L'esercizio fisico estremo consuma l'organismo, finendo alla lunga per nuocere alla salute? È la visione tradizionale, ora però contraddetta da uno studio scientifico che ha seguito da vicino gli atleti di mezzofondo (la corsa a media distanza, tra gli 800 e i 3.000 metri). Nonostante la spossante routine di allenamento, i campioni di queste discipline vivono in media 5 anni più a lungo del resto della popolazione. Lo rivela un'analisi pubblicata a maggio 2024 sul British Journal of Sports Medicine.
Un miglio in meno di 4 minuti
Un gruppo di scienziati dell'Università di Alberta, in Canada, è arrivato a questa conclusione dopo aver analizzato i dati sanitari delle prime 200 persone a correre un miglio (circa 1,6 km, 1500 metri nelle gare ufficiali) in meno di 4 minuti negli anni '50, '60 e '70. Quella presa in considerazione è una popolazione di atleti capaci di resistenza e potenza aerobica, che spinge i sistemi respiratorio, cardiovascolare, metabolico e muscolo-scheletrico al massimo delle loro prestazioni. Per arrivare a risultati di così alto livello, questi sportivi affrontano varie sessioni di allenamento molto intenso alla settimana.
Troppo esercizio fa male: è davvero così?
Anche se è ormai assodato che chi compie regolarmente attività fisica vive più a lungo di chi è sedentario, non è altrettanto chiaro l'impatto dell'esercizio molto intenso sulla durata della vita. Alcuni scienziati ritengono che lo sforzo cardiovascolare richiesto dagli sport di resistenza come la maratona, il triathlon o il ciclismo costituisca alla lunga un fattore di rischio per mortalità precoce. Tuttavia, quando detto potrebbe valere per le persone poco abituate a fare sport, e meno per gli atleti esperti.
Infatti, vari studi su popolazioni di campioni del Tour de France, atleti olimpici e canoisti hanno dimostrato che queste persone hanno una durata di vita maggiore rispetto alla popolazione generale. E uno studio compiuto nel 2022 dall'Università di Harvard ha trovato che chi si allena più di quanto raccomandato dalle linee guida abbassa il proprio rischio di morte del 30% (il 10% in più di chi si attiene alle raccomandazioni).
Il caso dei mezzofondisti non è dunque isolato. Già nel 2018, era emerso che i primi 20 corridori al mondo a correre un miglio sotto i 4 minuti avevano vissuto in media 12 anni in più della popolazione generale. Il nuovo studio ha ampliato l'indagine a campioni vissuti in più decenni. Chi aveva completato questo record negli anni '60 aveva un'aspettativa di vita ancora maggiore dei corridori che ci erano riusciti in seguito - forse, perché nei decenni successivi è migliorata molto anche l'aspettativa di vita della popolazione generale.
Longevità negli atleti: questione di geni?
Parte del guadagno di anni vissuti potrebbe dipendere non solo dall'allenamento, ma anche dal patrimonio genetico degli atleti più talentuosi. Gli stessi geni che li hanno predisposti ad esprimersi a così alti livelli potrebbero risultare protettivi su alcune delle più comuni cause di morte, come quella per cancro o problemi cardiovascolari. Nel gruppo di atleti considerato nello studio, gli scienziati hanno individuato 20 coppie di fratelli, e diverse coppie di genitori e figli.