Pigri di tutto il mondo, la scienza ha finalmente una buona notizia per voi! Un team di ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California, è riuscito a identificare una sostanza chimica in grado di attivare nell’organismo le stesse risposte fisiologiche scatenate da un’intensa sessione di vero allenamento fisico, per esempio migliorare il metabolismo dei grassi e aumentare la resistenza aerobica.
Questa sostanza sembra dunque in grado di regalare gli stessi benefici dell’attività sportiva, senza fatica, persino senza doversi alzare dal divano. Se però siete eccitati (moderatamente) all'idea, aspettate a disdire l’abbonamento in palestra: per adesso il farmaco è stato provato solamente sui topi.
Il gene della corsa. Ronald Evans e suoi colleghi, basandosi su studi condotti in passato, hanno identificato l’espressione genetica attivata da attività aerobiche come la corsa e sono riusciti a mettere a punto un cocktail di sostanze chimiche in grado di ottenere lo stesso risultato.
Gli effetti dell’allenamento. Chi svolge con regolarità attività aerobiche come la corsa, il nuoto o il ciclismo, dopo qualche tempo vede aumentare la propria resistenza allo sforzo: il fisico lavora in maniera più efficiente e i muscoli "imparano" a utilizzare meglio anche i grassi. Il risultato è che aumenta la resistenza: si corre o si nuota più a lungo e con meno sforzo.
Ultra topi. In uno studio precedente il team di Evans aveva scoperto che modificando geneticamente dei topi in modo da attivare in maniera permanente un gene chiamato PPARdelta (PPARD), questi si trasformavano in campioni di resistenza senza alcun allenamento specifico. E ingrassavano anche con mena facilità, proprio come veri atleti.
I ricercatori sono quindi riusciti a mettere a punto un composto chimico chiamato GW1516 in grado di attivare il gene PPARD in topi solitamente sedentari.
Messi alla prova, i roditori trattati con GW1516 hanno dimostrato doti da ultramaratoneti, riuscendo a correre sul tapis roulant per ben 270 minuti contro i 160 minuti dei topi non “dopati”: il 70% in più!
Di che metabolismo sei? L’analisi molecolare sui muscoli dei topi trattati ha evidenziato come il GW1516 influisca su ben 975 espressioni genetiche diverse, attivandole o disattivandole a seconda dei casi.
Il farmaco impedisce al muscolo di trarre energia dai carboidrati, attivando al contempo il metabolismo dei grassi. In questo modo il muscolo può comunque funzionare al meglio, mentre gli zuccheri rimangono disponibili per il cervello.
A che cosa può servire? Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di Cell Metabolism e diverse aziende farmaceutiche si sono già fatte avanti per proporre trial clinici su volontari umani.
Secondo i ricercatori, il GW1516 agendo in maniera così efficace sul metabolismo degli zuccheri e dei grassi potrebbe essere impiegato con successo nel trattamento dell’obesità e del diabete.
Ma anche per aiutare a rimettere in forma chi non può fare sport, per esempio gli anziani, le persone con mobilità limitata o chi è costretto a lunghi periodi di inattività.