Milano, 17 set. (AdnKronos Salute) - Non siamo tutti uguali agli occhi della medicina. La natura è 'anticonformista': a ogni paziente la sua malattia che dipende da un intreccio unico fra geni, microambiente che li circonda e ambiente in cui viviamo ogni giorno. In un futuro ideale non ci sono terapie 'di massa' ma confezionate come vestiti su misura per un preciso paziente in un dato momento. Premessa fondamentale perché questo scenario di trasformi in realtà consolidata: comprendere i meccanismi alla base delle malattie. E' la sfida della 'medicina di precisione', sotto i riflettori a Venezia dove oggi si apre l'11esima edizione di 'The future of science', conferenza mondiale organizzata da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini.
"Arriveremo sempre più vicini a una medicina personalizzata pensata magari non per individui ma per gruppi specifici", assicura l'oncologo Umberto Veronesi che presiede l'evento. Durante la conferenza che ha come vice presidente Kathleen Kennedy Townsend e nei comitati premi Nobel e noti scienziati, "si parlerà anche della possibilità di riprogrammare le cellule per creare un modello ideale della malattia che sta colpendo un paziente in un determinato momento - spiega Veronesi - studiarla e magari provare nuove cure. Allo stesso modo saremo in grado di riprodurre gli organi". A Venezia alcuni tra i massimi esperti internazionali di biologia, economia, genetica, bioetica e altre discipline si confronteranno per fare il punto su una rivoluzione in atto da alcuni anni, che per molti pazienti è già realtà.
Fra le incognite l'impatto di queste novità sui sistemi sanitari: sono pronti a sostenere il cambiamento? Già oggi in alcuni casi si possono superare i protocolli generalizzati e scegliere le terapie più adatte per il malato, come succede in oncologia con le 'targeted therapies', farmaci mirati contro un bersaglio molecolare e non contro una malattia. Ma nell'era dei 'big data' il tempo scorre veloce: grazie ai progressi di biotecnologie, matematica e bioinformatica è possibile acquisire, analizzare e condividere grandi quantità di informazioni sulle caratteristiche genetiche di milioni di individui, per modellare diagnosi e cura e persino la prevenzione pensando a quali rischi è esposta una persona e a cosa si può fare per ridurli.
"Certamente - riflette Chiara Tonelli, segretario generale della conferenza e professore di Genetica dell'università Statale di Milano - la medicina di precisione impone grandi sforzi, ma grazie agli sviluppi tecnologici tempi e costi si sono ridotti moltissimo. Conoscere le variabili individuali permetterà di curarci meglio ed evitare trattamenti inutili, ad esempio potendo prevedere l'efficacia di un farmaco e utilizzarlo solo per le persone che davvero ne avranno un beneficio".
Sul palco di 'The Future of Science' "la scienza si confronterà con problematiche quali il diritto alla privacy, l'importanza della protezione dei dati, la clonazione e la sostenibilità economica per dar spazio al progresso".
La medicina di precisione è "un progetto ambizioso che - fa notare Marco Tronchetti Provera, presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera - per essere portato a termine necessita di risorse economiche da destinare alla ricerca medica e tecnologica e alla formazione di giovani talenti in grado di sviluppare e perfezionare in futuro un programma scientifico di tale portata". La giornata di oggi prevede, prima delle sessioni della conferenza tre lecture d'apertura, fra cui l'Airc lecture affidata a Joseph Costello, professore di Chirurgia neurologica e responsabile di Neuro-oncologia molecolare all'University of California San Francisco, che affronterà il tema delle promesse della ricerca epigenetica.
Se è vero che le caratteristiche biologiche di cellule e tessuti sono soggette all'effetto di fattori ambientali che lasciano tracce sul nostro genoma, "la buona notizia - spiega Costello - è che i programmi epigenetici sono sperimentalmente invertibili e persino riprogrammabili nelle cellule. Gli approcci terapeutici basati sull'epigenetica rappresentano dunque una nuova potenziale frontiera per le cure antitumorali e la medicina rigenerativa". E anche se "la strada da percorrere è ancora molto lunga", i primi passi sono stati mossi. Costello cita l'Nih Epigenome Roadmap initiative e spiega che "l'impegno verso la creazione di un 'catalogo' completo degli epigenomi umani in condizioni di salute e malattia si è oggi esteso a livello internazionale sotto l'egida dell'International Human Epigenome Consortium".