Una nuova variante di coronavirus SARS-CoV-2 si sta diffondendo nel Sudest dell'Inghilterra. C'è da preoccuparsi? Influirà sul vaccino?

La notizia di una nuova variante di coronavirus SARS-CoV-2 individuata in almeno un migliaio di casi di infezione in Inghilterra è stata molto ripresa nelle ultime ore. L'Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando la situazione con indagini più dettagliate, per capire se in questa nuova "veste" il virus si comporti in modo diverso. Nel frattempo, come interpretare queste informazioni? Dobbiamo preoccuparci?

Che cosa sappiamo. La nuova variante risulta predominante nel Sudest dell'Inghilterra, anche se è stata identificata nelle aree di competenza di almeno 60 autorità locali inglesi. I cambiamenti principali riguarderebbero la proteina Spike del coronavirus, la chiave d'ingresso che il SARS-CoV-2 usa per attaccare le cellule. Ma appurata l'esistenza di questa variante, non abbiamo al momento alcuna informazione sul suo significato biologico che possa giustificare un eccessivo allarmismo.

I virus mutano in continuazione e nella maggior parte dei casi non in modi che alterino il loro comportamento. Il coronavirus della CoViD-19 è un patogeno piuttosto stabile, con un tasso di mutazione molto basso rispetto, per esempio, al comune virus dell'influenza. La maggior parte delle mutazioni che ha accumulato finora non hanno portato a cambiamenti evidenti o si sono rivelate talmente instabili da rendere estremamente difficile la loro propagazione (per approfondire).

niente panico. Per ora non ci sono evidenze del fatto che la nuova variante renda il virus più abile nel propagarsi, capace di recare sintomi più gravi o meno sensibile al vaccino, da pochi giorni distribuito alle fasce più a rischio nel Regno Unito. Ci sono, però, diverse ragioni per tenere alta la soglia di attenzione. La prima, come spiegato in un articolo della BBC, è che la nuova variante di coronavirus trovata tende a concentrarsi nelle aree dove la propagazione è maggiore. Potrebbe essere un segnale di una maggiore facilità di trasmissione, ma non lo si può affermare con certezza prima di opportune indagini di laboratorio. Alcuni varianti diventano più comuni per ragioni che non hanno nulla a che fare con il virus in sé (per esempio, perché molte persone in una certa zona le importano andando in vacanza dove queste versioni di virus sono diffuse).

Cambiamenti degni di nota? Un'altra ragione di attenzione è da ricercare in come il virus è mutato. Come chiarito da BBC, sorvegliati speciali nella nuova variante sono due particolari tipi di mutazioni, entrambi riguardanti la proteina Spike. La prima, la mutazione N501, altera il dominio di legame al recettore (RBD, Receptor Binding Domain), la regione di Spike responsabile del primo contatto con la superficie delle nostre cellule.

Se la mutazione dovesse facilitare questo delicato "aggancio" tra coronavirus e cellule da infettare darebbe al SARS-CoV-2 un bel vantaggio.

L'altra mutazione, chiamata delezione H69/V70, è già emersa più volte dall'inizio della pandemia, come per esempio in popolazioni di visoni infetti. Si teme che gli anticorpi dei sopravvissuti alla covid siano meno efficaci nel respingere coronavirus con questo tipo di mutazione. Anche in questo caso, è inutile allarmarsi prima che esami di laboratorio confermino i timori: il corpo umano impara infatti a respingere diversi punti della proteina Spike e non uno soltanto. Ecco perché le autorità rimangono fiduciose nel fatto che il vaccino rimarrà efficace.

15 dicembre 2020 Elisabetta Intini
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